La scuola è al centro dell’attenzione in questo così particolare e delicato momento storico per il ricorso alla didattica a distanza. Il rapporto Ecosistema Scuola di Legambiente, che con questa edizione compie venti anni, mette al centro anche l’aspetto ambientale del mondo scolastico: la qualità dell’edilizia, l’accesso ai servizi, l’idoneità degli spazi per il benessere di studenti e insegnanti, la presenza di servizi di trasporto e i percorsi stradali adatti adiacenti alle scuole. La Lombardia è una delle regioni con la maggiore popolazione scolastica, 73.313 persone che studiano e lavorano in 428 istituti.
«Ogni anno con Ecosistema Scuola ci troviamo a sottolineare la necessità di migliori investimenti nel mondo dell’istruzione a partire da ampi interventi di rinnovo degli edifici, per risolvere inefficienze e carenze strutturali, ma anche da un più capillare accesso all’innovazione tecnologica, aspetto quest’ultimo che la pandemia ha reso quanto mai cruciale – sottolinea Arianna Bazzocchi, responsabile Scuola e Formazione di Legambiente Lombardia –. Ora la prospettiva di orientare le risorse del Next Generation EU investendo sui giovani, ci dà l’opportunità concreta di mettere la scuola al centro delle comunità e dei territori, come leva di emancipazione sociale e protagonista della transizione ecologica».
Per questo si rende necessario mappare le mancanze attraverso lo strumento dell’anagrafe dell’edilizia scolastica, che va completata e continuamente aggiornata; programmare gli interventi secondo una scala di priorità a partire dall’efficientamento energetico con stanziamenti, per rendere le scuole meno energivore e dalla messa in sicurezza, intervenendo sugli edifici a rischio sismico e di inquinamento da elettromagnetismo; semplificare le linee di finanziamento per il reperimento dei fondi.
Al centro dell’analisi condotta da Legambiente c’è il nodo del trasporto pubblico scolastico. Il servizio di scuolabus sta vivendo una contrazione in tutto il Paese e al contempo non si è sviluppata una mobilità alternativa casa-scuola, le cui pratiche ecocompatibili rimangono al palo, come il pedibus (presente nel 21,2% degli istituti lombardi) e il servizio di bicibus, che malgrado un cambiamento degli stili di trasporto sempre più orientato verso le due ruote, conta numeri irrisori in tutta Italia. Per quanto attiene alla sicurezza nelle aree antistanti le scuole della regione troviamo edifici con: aree di sosta per le auto (41,8%); attraversamenti pedonali dedicati (63,2%) semafori pedonali (6,4%); vigili volontari (8,2%), piste ciclabili (14,3%); transenne parapedonali (16,8%). La possibilità di raggiungere facilmente e in sicurezza gli istituti scolastici è una questione importante per l’accessibilità. In Lombardia risultano pochi edifici posti all’interno di isole pedonali (1,4%), cresce leggermente il numero di scuole in zone 30 (12,5%) e in ZTL (7,9%).
Proprio sul tema della sicurezza Legambiente Lombardia e Legambici hanno aderito alla campagna nazionale di sensibilizzazione #CleanCities, ricordando il grave incidente che esattamente un mese fa, il 10 febbraio scorso a Milano (via C. Dolci), ha visto coinvolti un bambino e suo padre mentre si recavano a piedi a scuola attraversando sulle strisce pedonali. Sono stati entrambi travolti da un altro genitore che, a sua volta, accompagnava a scuola i suoi due figli in automobile. Un incidente emblematico, che evidenzia quanto le strade non siano un luogo sicuro non solo per i cittadini in età scolare, ma anche per le famiglie.
«Pur non essendo un luogo di contagio significativo, i provvedimenti sanitari di contrasto alla pandemia penalizzano la capacità del trasporto collettivo di rispondere alla domanda di mobilità di famiglie, alunni e studenti – spiega Federico Del Prete, responsabile Mobilità di Legambiente Lombardia. – Questo non deve permettere il ricorso massivo all’automobile. Nelle città lombarde è indispensabile aumentare l’offerta di mobilità ciclopedonale a favore di studenti, lavoratori e genitori, in uno spazio pubblico equamente condiviso anche con l’automobile, ma più sicuro per tutti, affinché non succeda più un incidente come quello accaduto a Milano il 10 febbraio scorso. Una mobilità scolastica alternativa all’automobile dei genitori aumenta l’indipendenza e riduce la sedentarietà delle giovani generazioni. Bisogna ridurre la velocità dei veicoli: chiediamo Milano Città 30, ora, non nel 2030».
Come raggiungere questo ambizioso obiettivo? Milano, che ambisce alla leadership italiana per le politiche di sostenibilità, deve anzitutto tornare alla scuola di pertinenza territoriale, riducendo così le percorrenze, il traffico e i relativi rischi, oltre a favorire l’integrazione sociale e culturale. Restano ancora senza un piano preciso di realizzazione le zone scolastiche propriamente dette, secondo la novella contenuta nel DL Semplificazioni (D.L. 16 luglio 2020, n. 76), da dove sarà limitata o esclusa la circolazione, la sosta o la fermata dei veicoli privati. Milano è ferma a 27 scuole cosiddette car-free, con limitazioni temporanee anziché permanenti, su un totale di 143 plessi di scuola primaria e 90 di secondaria inferiore. I plessi scolastici devono promuovere valori di cittadinanza e di sostenibilità, e la riprogettazione degli spazi esterni e della mobilità casa-scuola sono ambiti cruciali su cui investire profondamente, per una città migliore per tutte le età e le abilità.