Un premio da 20.000 euro e 6 menzioni speciali da 1.000 euro ciascuna ad altrettanti giovani ricercatori italiani under 35 che si sono distinti in ambito oncologico. A conferirli è stata S.O.S. Onlus (Solidarietà in Oncologia San Marco e San Pietro) in occasione del VII Premio Marzia Galli Kienle, riconoscimento nato nel 2015 per sostenere la ricerca scientifica oncologica, da quest’anno di rilievo nazionale, patrocinato da Alleanza Contro il Cancro, GSD Foundation ETS e Fondazione Veronesi.
Il Premio è stato istituito in memoria della professoressa Marzia Galli Kienle – già docente ordinario di Chimica Medica all’Università di Milano-Bicocca e a lungo presidente del corso di laurea in Medicina e Chirurgia della stessa Università – presidente dell’Associazione fino alla sua scomparsa. In questi anni, S.O.S. ha già assegnato contributi a circa 50 promettenti ricercatori lombardi e ora l’impegno si amplia per sostenere la ricerca non solo lombarda ma nazionale.
“Essere riusciti a trasformare il premio da lombardo a nazionale è per la nostra Associazione motivo di grande orgoglio e soddisfazione” sottolinea Olivo Foglieni, presidente di S.O.S. “Di questo devo ringraziare tutti coloro che hanno lavorato per far sì che quello che fino a qualche anno fa sembrava un sogno potesse diventare realtà: i numerosi ricercatori che hanno partecipato, la commissione giudicatrice composta da esponenti di primo piano del mondo medico e universitario di tutta Italia e gli sponsor che hanno creduto in noi e nella nostra associazione. Una delle missioni di S.O.S., accanto all’umanizzazione delle cure per i pazienti, è proprio il sostegno alla ricerca scientifica e siamo fieri di poter contribuire in modo così importante premiando i migliori giovani ricercatori italiani”.
“Una splendida iniziativa dell’Associazione S.O.S. Onlus per ricordare la professoressa Kienle. Sono onorato di aver presieduto il Comitato per l’assegnazione del Premio e felice di aver constatato la straordinaria qualità dei giovani impegnati nella ricerca oncologica in Italia” commenta il Professor Ruggero De Maria, presidente di Allenza Contro il Cancro e del Comitato per l’assegnazione del Premio.
I lavori scientifici presentati sono stati più di 150, tutti di altissimo valore e pubblicati sulle più prestigiose riviste internazionali, a cura di ricercatori che lavorano nelle più importanti realtà di ricerca universitarie e ospedaliere italiane, come l’Università degli Studi di Torino, l’IRCSS Ospedale San Raffaele, l’Istituto Nazionale dei Tumori di Milano, l’Università di Tor Vergata di Roma, l’Università degli Studi “Magna Graecia” di Catanzaro solo per citarne alcune. Al centro delle ricerche, temi che vanno dalle tecniche più all’avanguardia per la diagnosi precoce dei tumori, alle nuove prospettive di cura sia mediche sia chirurgiche, fino all’oncogenetica.
“In questi anni abbiamo premiato numerosi ricercatori under 35 per lavori pubblicati su riviste prestigiose che si sono trasformati in cure per i nostri pazienti. Questo è un grande segnale di speranza per la ricerca in Italia. Abbiamo un futuro grazie a queste giovani menti geniali e a grandi maestri che insegnano nelle nostre Università stimolandole a impegnarsi nella ricerca e a confrontarsi con il resto del mondo. La professoressa Kienle, a cui è intitolato il nostro Premio, è stata uno di questi maestri per tanti medici e per noi oggi è un piacere e un onore sostenere e creare nuovo entusiasmo in questi giovani colleghi di grande talento” sottolinea il dottor Andrea D’Alessio, vice-presidente di S.O.S. e membro del Comitato per l’assegnazione del Premio.
Vincitore dell’edizione 2023 è Alessandro Mannucci, anconetano ma milanese di adozione, specializzando in gastroenterologia ed endoscopia digestiva presso l’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano (Gruppo San Donato) con importanti esperienze maturate anche all’estero e che di recente ha ricevuto il premio Tom Weber da parte della società scientifica americana CGA-IGC. “Sono profondamente grato e onorato per questo riconoscimento” commenta Mannucci. “Vedere l’impegno nella ricerca premiato è estremamente gratificante ed emozionante, sia a livello personale sia professionale. Negli anni, i vincitori del premio sono passati da giovani ricercatori a fari della ricerca italiana e anch’io spero di poter continuare a crescere come ricercatore ed essere all’altezza. Se sono arrivato fino qui lo devo anche alla mia mentore, la professoressa Giulia Martina Cavestro dell’IRCCS Ospedale San Raffaele che mi ha fatto avvicinare, con passione e dedizione, al mondo della genetica in oncologia”.
Classe 1994, Mannucci si è aggiudicato il Premio grazie a un lavoro scientifico proprio nell’ambito della genetica in oncologia dal titolo “Confronto tra l’analisi dell’instabilità dei microsatelliti del colon-retto ed endometrio e la valutazione del rischio premm5 per la predizione di varianti germinative patogene su test di pannello multigene”, di cui è primo autore, pubblicato su Journal of Clinical Oncology, una delle riviste più prestigiose e importanti a livello mondiale. “Ognuno di noi ha un certo rischio di sviluppare tumori, influenzato da fattori come lo stile di vita. Tuttavia, alcune persone hanno malattie genetiche che aumentano notevolmente il rischio di sviluppare tumori. Queste sindromi genetiche non sono rare (per la sindrome di Lynch, che può essere causa di tumore al colon e all’endometrio parliamo di una persona ogni 270) e sono congenite. Quindi molti nascono con questa malattia, non hanno alcun sintomo e non sanno di averla finché non si sviluppa un tumore, spesso in persone giovani (anche 20-30 anni). La domanda cruciale, quindi, è come possiamo identificare queste malattie in modo tempestivo per prevenire il cancro. Ecco la nostra ricerca si è concentrata su questo, cercando di rispondere a una serie di domande scientifiche e offrendo evidenze che possono essere utili all’identificazione di percorsi di prevenzione e diagnosi precoce del tumore (in particolare del colon e dell’endometrio), fondamentali per affrontare la malattia quando è in uno stadio iniziale e migliorare così prognosi e sopravvivenza” afferma Mannucci.
Le sei menzioni sono andate a Filippo Pagani, 33 anni, dell’Istituto dei Tumori di Milano; Marco Bandini, classe 1989, dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano; Gloria Delfanti, 34 anni, dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano; Matteo Naldini, classe 1991 dell’IRCCS Ospedale San Raffaele di Milano; Yakymiv Yuliya, 32 anni, dell’Università degli Studi di Torino; Vito Amodio, classe 1990, Università degli Studi di Torino – IRCCS Istituto di Candiolo e IFOM di Milano.
S.O.S. (Solidarietà in Oncologia San Marco e San Pietro)
S.O.S. Onlus nasce nel 2013 per volontà di un gruppo di medici e operatori del Policlinico San Marco e Policlinico San Pietro (ospedali del Gruppo San Donato) impegnati a diversi livelli nella lotta contro i tumori. Obiettivo dell’associazione è conciliare l’eccellenza medica con la qualità della cura e dell’accoglienza della persona malata e dei suoi familiari, che si traduce praticamente in due importati “mission”: il sostegno alla ricerca scientifica in ambito oncologico e l’umanizzazione delle cure.