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VENTI MILIONI DI ITALIANI A RISCHIO CALVIZIE, CAPELLI FOR YOU LANCIA LE NUOVE PROTESI CAPILLARI

Tra i 15 e i 20 milioni di italiani perdono i capelli per patologie del cuoio capelluto, malattie o per fattori ereditari. Per il sesso maschile, a 30 anni la caduta riguarda mediamente il 30% della popolazione, a 50 anni il 50%, a 70 anni l’80%.  L’alopecia, cioè la progressiva perdita dei capelli, non colpisce solo gli uomini. Oggi, infatti, sono circa 4 milioni le donne italiane che convivono con questo problema, circa il 13% della popolazione femminile. Si tratta principalmente dell’alopecia androgenetica, più comunemente diffusa tra gli uomini: ne soffre complessivamente il 39% della popolazione maschile e all’età di 50 anni interessa almeno la metà degli uomini ed il 30% delle donne.
Tra chi soffriva di questi problemi, nel 2010, c’era anche Simone Fratini, un fiorentino che oggi ha 53 anni. Era stato nelle cliniche di Cesare Ragazzi, ma non aveva amato la sensazione di “curarsi” come se fosse in ospedale. Per questo motivo ha deciso di fondare assieme al socio David Prozzo, 50enne originario di Arezzo, “Capelli For You”. A sostenerli fin dall’inizio la moglie di Simone, l’attrice romana Barbara De Rossi, che oggi è testimonial per l’azienda.
La loro idea è partita dall’abolizione delle parrucche e dal fatto che era giusto accogliere le persone in un ambiente non “ospedaliero”, ma collegato alla bellezza, come quello dei saloni di parrucchieri. Hanno quindi ideato e progetto la loro linea di protesi capillari “quinta dimensione”, che propongono oggi in varie tipologie di capelli; le protesi sono anallergiche e traspiranti.
“Noi creiamo benessere psicologico e fisico nelle persone, permettendo loro di avere una capigliatura sana e forte, fatta di capelli veri”, spiega Fratini. “Si tratta di protesi che vengono fatte aderire sul cuoio capelluto in modo assolutamente invisibile. Il cliente sceglie i propri capelli dal proprio affiliato di fiducia, che valuterà tutti i parametri necessari per creare una protesi su misura dopo una consulenza molto profonda e personalizzata. Poi la vita prosegue normalmente: si può nuotare in mare o lavarsi i capelli come se nulla fosse, serve solo un controllo mensile”.
Il feedback dei clienti è stato ottimo, sono migliaia le persone all’anno che si avvicinano all’azienda, in tutto hanno potuto riavere i capelli circa ventimila persone. L’azienda è in forte crescita: lo scorso anno il fatturato è stato di 4 milioni di euro, quest’anno si avvia ai 5 milioni. I dipendenti sono una ventina e il business ha una media di sviluppo del 30% all’anno. La sede è in uno spazio da 1.600 metri quadri in provincia di Arezzo, precisamente a Terranuova Bracciolini.
Va detto che l’azienda, oggi, è tra le pochissime ad avere la certificazione come dispositivo medico di Classe 1, firmata dal Ministero della Salute; infatti, per mezzo di un certificato medico ASL, si ha la possibilità di acquistare la protesi con l’IVA al 4% e di portarla in detrazione al 19% come spesa medica. Inoltre, in caso di chemioterapia, è possibile usufruire anche di alcuni contributi regionali.
I servizi di Capelli For You vengono distribuiti da una rete di 440 parrucchieri in tutta Italia, che sono dei consulenti formati per gestire le protesi capillari che in media costano da meno di mille euro (uomini) a circa millecinquecento (donne) e vanno sostituite dopo una decina di mesi.
Il prossimo 24 giugno a Roma è previsto un summit nazionale della rete di franchising di Capelli for You, nel quale vengono premiati i migliori affiliati. Non solo: sarà presentata anche un’importante novità legata al mondo delle protesi.
“Negli ultimi anni abbiamo notato un aumento delle richieste da parte delle donne, forse anche a causa di qualche cambiamento ambientale”, conclude Fratini. “Nelle donne la perdita di capelli comporta ripercussioni psicologiche ben più gravi, legate alla percezione di un danno considerevole alla propria immagine. Chi ne soffre prova un profondo disagio con ripercussioni negative psicologiche e sociali. Affrontiamo spesso situazioni di disagio personale molto grave, come nel caso dei malati oncologici. La nostra sfida è quella di rendere più belle le persone, ma soprattutto più serene nell’accettarsi”.

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