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Vacanze saltate per colpa del Covid? Ecco quali rimborsi si possono ottenere

Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori: “Per i voli c’è diritto al rimborso totale. Su alberghi e case vacanze occhio alle caparre”

Prenotazioni completate, valigie fatte. È tutto pronto per la partenza, ma siamo stati contagiati dal Covid. Che fare per non perdere i soldi versati in anticipo e quelli dei biglietti per i trasporti? Lo spiega alla Dire Massimiliano Dona, presidente dell’Unione nazionale consumatori.

RIMBORSO DEI VOLI IN CASO DI POSITIVITÀ AL COVID

“La situazione più chiara è proprio quella dei viaggi aerei perché c’è una norma del codice della navigazione che prevede, nel caso in cui non si possa partire perché positivi al Covid o per un’altra malattia, il diritto al rimborso totale del costo del biglietto. Quindi, con rare eccezioni, se si è acquistato solo il viaggio aereo si ha diritto al rimborso che secondo la legge deve essere in contanti – spiega Dona – anche se alcune compagnie stanno optando per i voucher. La norma in questo caso è molto chiara e il consumatore ne viene fuori tranquillamente”.

HOTEL, ATTENTI ALLE CAPARRE

Nel caso di prenotazioni di stanze di hotel, prosegue, “bisogna leggere bene il contratto, prima di tutto per chiarire se è stata chiesta, e quindi versata, una caparra o un acconto. Spesso, infatti, le caparre sono illegittime perché il contratto non è scritto in modo corretto. Il consiglio in questi casi, ma vale anche per le compagnie aeree, è di scrivere immediatamente allegando l’esito del tampone, nel caso in cui siamo stati contagiati da Sars-Cov-2, e il certificato medico, che attesti l’impossibilità a partire per Covid o anche per altra malattia. Soprattutto nel caso delle compagnie aeree, infatti – sottolinea Dona – la tempestività nella comunicazione dell’impedimento è uno dei requisiti previsti dal codice della navigazione per ottenere il rimborso. Non bisogna quindi limitarsi a fare una telefonata, ma occorre inviare almeno una mail con i documenti medici allegati. Salvo rare eccezioni, gli alberghi rimborsano con un voucher che consente al consumatore di partire in un’altra occasione. Ci sono alcuni alberghi che si rifiutano di rimborsare: a maggior ragione, in questi casi, bisogna leggere con attenzione il contratto”.

LA DIFFERENZA TRA CAPARRA E ACCONTO

Ma qual è la differenza tra caparra e acconto? “Se si parla di caparra, l’albergatore ha diritto a trattenerla. Ma – precisa il presidente dell’Unione nazionale consumatori – affinché questa clausola, prevista dal codice del consumo, non sia vessatoria deve anche essere previsto che, nel caso in cui sia l’albergatore ad annullare la prenotazione, al consumatore spetti la restituzione di una cifra pari al doppio della caparra versata. Se questa previsione nei confronti del consumatore non c’è, il contratto può essere considerato illegittimo. Infine, la clausola sulla caparra deve essere accettata, quindi deve essere riportata nel contratto firmato o indicata per iscritto se gli accordi vengono presi via mail“.

LE NORME DEL DECRETO ‘CURA ITALIA’

Per la tutela specifica dei viaggiatori che abbiano contratto il Covid, inoltre, sono ancora valide le norme contenute nel decreto cosiddetto ‘Cura Italia’ del 2020 che prevedeva i voucher per le disdette turistiche. Dona tiene poi a ricordare che “il viaggiatore deve sempre richiedere il rimborso in denaro. Poi può scegliere di valutare di prendere un voucher, se gli viene offerto”. Quali sono, al momento della prenotazione, le accortezze da avere per tutelarsi da eventuali imprevisti? “Sul fronte dei trasporti conviene scegliere tariffe rimborsabili o modificabili, che costano un po’ di più ma danno maggiori garanzie”, consiglia l’esperto.

Nel caso degli alberghi, conviene stipulare un’assicurazione che copre in caso di malattie. Queste polizze – ammonisce Dona- vanno lette con attenzione affinché includano la disdetta in caso di Covid, che a volte non è prevista. Nel caso di prenotazione di case vacanze, infine, sarebbe bene limitare gli acconti al minimo possibile e fare attenzione che nel contratto la caparra sia indicata come tale, e allora sappiamo di rischiare di non riprenderla, o come acconto, che garantisce invece la restituzione”, ricorda in conclusione.

fonte www.dire.it

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