Milano – Saltono i collegamenti commerciali tra la Lombardia e la Russia. E dall’Ucraina rimbalza un silenzio assordante che, purtroppo, vale più di mille parole.
Stefano Cappi, general manager di Roby Nails, una piccola azienda specializzata in prodotti professionali per la ricostruzione e cura delle unghie, gel, smalti e smalti semi-permanenti attiva a Segrate, nel milanese, fa il punto con la ‘Dire’ sulle conseguenze commerciali del conflitto in Ucraina. “Noi vendiamo alla Russia”, spiega Cappi. “Abbiamo un distributore che rappresenta i nostri prodotti nel loro territorio da più di 3 anni”. Un importatore che lavora nel settore dei prodotti professionali per unghie e capelli (i prodotti italiani sono particolarmente apprezzati in Russia). E adesso? “Temo che il canale sia chiuso- aggiunge l’imprenditore- doveva esserci un incontro a breve qui in Italia per fare un nuovo ordine, ma è tutto rimandato a data da destinarsi”.
L’export verso la Russia rappresenta una parte marginale degli introiti di Roby Nails, circa il 5-10% del totale. Flussi che però “potevano comunque influire sui bilanci di quest’anno- osserva Cappi- la situazione è negativa e i rapporti si sono interrotti e nel medio termine non so se si riprenderà”.
Al momento l’unica soluzione rimane aspettare e vedere come si evolve la situazione. Anche perché “non sappiamo come ci si potrà muovere tra Italia e Russia per quanto riguarda il mondo della cosmetica”, con il rischio che anche il comparto venga coinvolto nelle sanzioni commerciali comminate dopo l’invasione disposta da Putin. Un legame con Mosca che comunque l’azienda di Segrate aveva collaudato negli anni, partecipando con un proprio stand anche a InterCharm, la più grande mostra di profumeria e cosmetici della Russia.
Negli ultimi mesi, inoltre, “avevamo iniziato a coltivare dei contatti con distributori ucraini”. Tutto finito. “Abbiamo provato a scrivergli una mail per esprimergli quantomeno vicinanza. Ma non abbiamo avuto nessuna risposta- conclude Cappi- il che è allarmante”.