“Una falla nel sistema dei ristori e degli ammortizzatori sociali troppo grande che richiede un intervento immediato per evitare ulteriori disagi alla piccola e media impresa e ai suoi impiegati. Occorre immediatamente dare garanzie e certezze ai lavoratori assunti dopo il 1 Gennaio 2021 che, ad oggi, non godono delle tutele degli ammortizzatori sociali”. È la richiesta che arriva dall’Unione Artigiani Italiani e delle PMI che, da nord a sud del Paese, sta raccogliendo l’allarme di centinaia di piccole imprese, in difficoltà dopo le ulteriori restrizioni che nelle ultime settimane hanno portato alla chiusura di attività in gran parte delle Regioni italiane: “Sono tante le aziende che, nonostante il periodo di crisi – sottolinea il presidente UAI Puglia Cosimo Damiano Carlucci – hanno scommesso sulla ripresa assumendo personale. Ora però la chiusura imposta dal Governo impedisce ai lavoratori di accedere alla cassa integrazione e costringe i titolari delle imprese a versare loro i contributi minimi spettanti per legge. Questo – spiega ancora Carlucci – va in pratica a vanificare i ristori che le imprese hanno ottenuto per far fronte alle perdite causate delle chiusure precedenti”. Un grido d’allarme che attraversa tutto il territorio nazionale: “L’Unione Artigiani Italiani – spiega Claudio Nobler presidente UAI Toscana – è impegnata al fianco delle piccole e medie imprese e dei suoi lavoratori per sostenere una battaglia di grande civiltà. Non si può escludere i neo assunti dal sostegno al reddito e gettare la croce su quei coraggiosi piccoli imprenditori che hanno voluto dare una mano concreta alla ripresa economica offrendo posti di lavoro. Per tale motivo chiediamo al Presidente del Consiglio e al Ministro del Lavoro Andrea Orlando di emettere un provvedimento immediato per garantire la cassa integrazione in deroga anche ai neo assunti e liberare le risorse necessarie alle piccole e medie imprese per attutire l’ennesimo colpo per sopravvivere e tentare, assieme allo sforzo dei dipendenti, di riprendere l’attività e alimentare l’intera economia italiana”.