Piangiamo da quando nasciamo, è, di fatto, il primo nostro atto comunicativo che passa attraverso le lacrime e le urla. Siamo entrati in un nuovo mondo, respiriamo, siamo venuti alla luce e piangiamo.
A cura di Luisa Cozzi
Ci sono lacrime di tristezza, di dispiacere, ma anche di rabbia, di frustrazione, addirittura di gioia! E ci sono lacrime trattenute, mai versate (Dr.ssa Elisa Mulone Psicologa e Psicoterapeuta).
E poi ci sono le lacrime del Miracolo avvenuto in quel di Rho, il 24 aprile 1583, giorno della festa di San Giorgio. (…)Due contadini si accorsero di gocce di sangue, inizialmente scambiate per guano, che macchiavano il dipinto, vetusto e consumato, della Madonna Addolorata che accoglie tra le sue braccia il Figlio defunto dopo i tremendi patimenti del Calvario e della morte in Croce.
Quelle lacrime versate chiedono la conversione di ognuno di noi, è una madre addolorata che ci supplica di avvicinarci a suo Figlio che è morto in croce per noi; è lei che ci mostra il corpo esangue, carne della sua carne e con quello sguardo annuncia il Salvatore e ce lo dona. Quale altro amore può essere più grande, doloroso e speranzoso, al tempo stesso?
Con questo quesito nella testa e la voglia di accogliere dentro di noi, in un infinito abbraccio, madre e figlio che si donano incondizionatamente e per avvicinarci, anche, a tutte le madri che piangono e a tutti i figli che muoiono, in questa epoca di guerra, seguiremo la solennità della Lacrimazione al Santuario di Rho (a pochi chilometri dal centro di Milano, sull’asse del Sempione).
Si comincia il 21 aprile, quarta domenica di Pasqua e giornata mondiale di preghiera per le vocazioni, si procedere per altri 3 giorni, sino a mercoledì 24 aprile, anniversario della Lacrimazione. Una annotazione: già nel 1522 era successo qualcosa di prodigioso nello stesso luogo; un gentiluomo di Gallarate, infatti, proprio transitando in quel tratto di strada aveva ricevuto una «rivelazione» che l’aveva salvato da un agguato mortale e, riconoscente della grazia ricevuta, aveva voluto costruire una cappelletta, ornata di un semplice dipinto con la «Pietà».
Dalla Lacrimazione del 1583, sono passati 441 anni e nel frattempo è stato costruito un Santuario-Basilica della Madonna Addolorata voluto da San Carlo Borromeo ed è nato, attiguo, il Collegio dei Padri Oblati Missionari, voluto da Padre Maria Martinelli. Da quell’epoca il Collegio, oggi è guidato dal Superiore, Monsignor Padre Patrizio Garascia, si prende cura del Santuario stesso e ha in carico la missione degli Oblati ai quali è affidata l’opera di evangelizzazione in tutta la Diocesi di Milano (la più grande del mondo).
Nell’attesa di questo momento così decisivo, una ricorrenza che vedrà impegnata la rinnovata Confraternita dell’Addolorata, fondata il 9 dicembre 1895 per la formazione cristiana dei membri attraverso una sana devozione mariana e che ad oggi, prendendo atto dei mutamenti sociali e religiosi, ha aggiornato le regole dei confratelli, (https://www.oblatirho.it/modulo-iscrizione-confraternita-online/), torno col pensiero alla Lacrimazione e alla sua Solennità e mi vengono in mente alcuni versi di Alda Merini tratti da Mistica d’amore, Cantico dei Vangeli.
E beati voi
che avete il dono delle sante lacrime,
e se anche le trovate ingiuste
agli occhi di Dio
appariranno rugiada
che farà crescere rose
nella vostra carne.
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Per conoscere nel dettaglio il Santuario- Basilica dell’Addolorata di Rho e i Padri Oblati Missionari, rimandiamo al sito stesso: https://www.oblatirho.it/event/lacrimazione2024/