Salve Signor Teodoro, come nasce l’idea del suo Amaro?
“Avendo rilevato un hotel (in origine era un convento), dove in una parte ancora oggi risiedono le suore, ho deciso di creare un amaro che rappresentasse il viaggio e le esperienze, mescolando sapori e tradizioni del mondo. L’idea dell’amaro nasce da un profondo rispetto per le persone che hanno lasciato un segno, un omaggio a tutte le storie di migrazioni e integrazione.”
Abbiamo visto che ci sono diverse fragranze. Ce le può spiegare?
“L’amaro è un mix di ingredienti, dal rum all’arancia e al caramello. Rappresenta la diversità delle persone che sono passate in questi luoghi, è un amaro complesso che rievoca ricordi di viaggi lontani e celebra con i suoi ingredienti la diversità e l’inclusione.”
Molti vip bevono il suo amaro perché è l’unico al mondo che ha più di 40 gradi. Ci racconti.
“è stata una scelta coraggiosa e innovativa. Ho voluto creare qualcosa di speciale e distintivo che potesse offrire una esperienza sensoriale unica. Il gusto intenso, profondo e persistente lo rende piacevole, la gradazione unica per gli amari di 45 gradi con un bilanciamento perfetto dei sapori lo rende molto apprezzato.”
Oltre ad essere produttore di beverage, cosa fa nella vita?
“Oltre all’amaro mi occupo del Sant’Antonio Hotel perché mi piace il contatto umano ed instaurare con gli ospiti un rapporto personale per capire le loro esigenze e garantire un soggiorno indimenticabile. Mi piace diffondere l’ospitalità che contraddistingue noi Cilentani facendo sentire tutti a casa.”
Che consiglio darebbe agli imprenditori di oggi che vorrebbero creare un amaro o un drink come lei?
“Lavorare con calma e attenzione è fondamentale per garantire la qualità.
Bisogna dedicare tempo alla progettazione del prodotto, alla ricerca dei giusti ingredienti, alla cura dei dettagli. Solo così si otterrà un prodotto all’altezza delle aspettative.
Meglio prendersi del tempo gustando ogni fase della creazione come si fa quando si gusta l’amaro dopo cena.”