E anche quest’anno, arriviamo al 7 dicembre, Sant’Ambrogio, patrono di Milano, data fatidica per il Natale che si avvicina, con la storica cerimonia degli Ambrogini d’Oro ai “benemeriti milanesi”, l’accensione dell’albero in Piazza Duomo, con le sue luci, la tradizione e, soprattutto per “i milanesi che ce l’hanno fatta“, vestiti a festa, vip o nip, con la sfilata nell’atrio e l’accaparramento abbastanza deprimente dei posti in platea al Teatro alla Scala, per la “prima“, della quale in moltissimi, non conoscono manco il titolo in cartellone.
Bei tempi quando sul “loggione”, si andava con gli intenditori e appassionati veri dell’Opera lirica, che aspettavano questo giorno per entrare nel luogo del “bel canto” più sacro al mondo e per ascoltare, vedere e criticare lo spettacolo, da veri fan e amatori emozionati … adesso, per la cittadinanza che non può entrare nel Tempio, ci sono i maxi schermi e la visione gratuita dello spettacolo in 35 punti della città e, naturalmente, la diretta nazionale Rai.
E, tra l’altro, dopo 400 anni, è da ieri che l’Unesco, ha dichiarato il canto lirico italiano, “patrimonio culturale immateriale dell’umanità“.
Oltre alle polemiche sui posti da occupare dalle autorità locali e istituzionali nazionali, alla Scala, in questi giorni a Milano impazzano i commenti sull’albero installato in Galleria, (il “salotto dei milanesi“), che dopo 22 anni di brillantezza Swarovski, passa come compito natalizio d’immagine, nelle mani del brand Gucci.
Siamo passati a una visione del Christmas Tree alquanto discutibile, forse il più brutto e imbarazzante della storia milanese (a detta di milanesi e non, considerato quasi peggio dello “Spelacchio” dei tempi della Sindaca di Roma, Virgina Raggi), installato per la prima volta da Gucci (che ha sborsato un milione di euro per la sua campagna natalizia a Milano) rappresentato da un ammasso argentato che a me, ad esempio, da’ l’idea delle valigie accatastate a Linate prima del carico sull’aereo.
Albero GucciAlbero Swarovski
L’albero in Piazza Duomo
Il brand ha realizzato l’installazione, The Gift Of Love (il dono dell’amore), che comprende abete e luminarie che decorano anche la volta ottagonale della cupola della Galleria Vittorio Emanuele. Gucci ha comunque investito la sua presenza a Milano, con varie attività, tra le quali anche quella positiva dell’illuminazione di alcune scuole a Corvetto ma, sull’albero, bisogna dire che a detta dellla maggioranza dei cittadini e dei turisti, non ha proprio centrato il marketing.
Milano si veste a festa ma con mille contraddizioni: tra le corse nei negozi e store per i regali, le proteste che ci saranno (come sempre ma non rivoluzionarie come negli anni ’70/80) davanti alla Scala, da parte di lavoratori e disoccupati, si evidenziano anche problemi di sicurezza, mancanza di lavoro e stipendi inadeguati, con sempre più cittadini che vogliono andarsene a causa del costo della vita divenuto eccessivo e che permette la sopravvivenza minima, soprattutto alle famiglie monoreddito.
Sant’Ambrogio 2023 sarà ricordato per l’insolita gara a “non stare” nel palco d’onore della Scala, con la polemica politica attivata negli ultimi giorni, vista l’assordante assenza del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella e della Presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, e con la presenza, invece della seconda carica dello Stato, il Presidente del Senato, Ignazio La Russa e il rifiuto del saluto istituzionale dei rappresentanti dei lavoratori della Cgil e della sezione scaligera dell’Anpi, (per la mancata condanna del fascismo da parte di La Russa).
Dalle ultime news, comunque, finisce tutto a “tarallucci e vino”, dopo il balletto non richiesto delle sedute vip del palco d’onore. Vedremo, infatti, in prima fila, dopo strette di mano cordiali: il Sindaco di Milano, Beppe Sala, il Presidente del Senato La Russa, la senatrice a vita Liliana Segre e la figlia, (con un chiaro “messaggio politico” rispetto al conflitto in Istraele/Palestina), e in seconda fila i Ministri, a partire dal Vicepremier e Ministro delle Infrastrutture, Matteo Salvini, quello della Cultura, Gennaro Sangiuliano e la Ministra per le Riforme, Elisabetta Alberti Casellati.
Milano, almeno per oggi, si concentra sul solito gossip, politico e di nicchia, che certo non porta a nulla ma che alimenta la notizie su una giornata impegnativa e forse anche classista, e che vede nel suo ambito positivo e che appartiene a tutti, la tradizione della creazione dell’albero di Natale nelle case, per partire con i riti di fine anno e la speranza di un mondo migliore …
Che bei ricordi quando le polemiche erano sui look dei vip, sulle esibizioni degli artisti e non sulle “poltrone” …
Veniamo all’Opera in scena questo 7 dicembre: il DON CARLO, di Giuseppe Verdi.
E’ un dramma politico, pieno di conflitti, ambientato nella Spagna del XVI secolo, tratto dall’omonimo poema drammatico di Friedrich Schiller.
I più importanti temi di fondo dell’opera sono il contrasto politico, con una grande forza drammatica, l’amore impossibile tra la regina e l’infante, con le ragioni politiche e la loro personale tragedia, oltre alla nobile e disinteressata amicizia tra Carlo e Rodrigo, carica di motivazioni patriottiche.
“Don Carlos”, con libretto in lingua francese di Joseph Méry e Camille du Locle, fu preparato per l’Opéra di Parigi, dove andò in scena l’11 marzo 1867. Dall’opera originale francese in cinque atti, Verdi scrisse una versione italiana dalla quale eliminò l’atto iniziale e i “ballabili”.
Con il titolo “Don Carlo”, la versione in quattro atti venne presentata alla Scala il 10 gennaio 1884 e rimane ancora oggi la più frequentemente rappresentata.