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Sanità. Iardino (Fondazione The Bridge): “Rilanciare medicina preventiva con gestione trasparente dei dati sanitari”

“La gestione dei dati sanitari richiede una seria programmazione e l’impiego di strumenti operativi che permettano di evitare da un lato le criticità connesse alla privacy e, dall’altro, un utilizzo inefficace delle informazioni disponibili. In questa prospettiva, Fondazione The Bridge ha coordinato un team multidisciplinare mettendo a punto una proposta di legge per adeguare le regole di gestione dei dati sanitari e promuovere una corretta medicina preventiva e di iniziativa”. Lo ha detto Rosaria Iardino, presidente di Fondazione The Bridge, intervenendo al Senato al convegno “Gestire i dati sanitari è possibile?”, promosso dalla senatrice Beatrice Lorenzin.

“Vogliamo favorire l’avanzamento della ricerca scientifica – ha osservato – acquisire risultati utili per migliorare la salute dei cittadini e assicurare il bilanciamento del diritto alla riservatezza con quello, assai più rilevante, alla salute. Quello che proponiamo è un ambiente sperimentale controllato, una sorta di ‘sandbox’ entro cui analizzare i dati sanitari raccolti nelle attività di assistenza clinica e quelli in possesso della sanità pubblica, rispettando la riservatezza dei pazienti e le disposizioni legislative vigenti. L’obiettivo è affrontare in un ambiente protetto i limiti posti all’utilizzo dei dati sanitari da parte delle autorità amministrative e di vigilanza e delle strutture di controllo interno alle entità impegnate nella ricerca scientifica, nello specifico, il Data Protection Officer”.

“Le autorità responsabili del controllo e della gestione dei dati sanitari, tramite la partecipazione alla ‘sandbox’, potranno perseguire la ricerca scientifica – ha aggiunto Iardino – e testare prodotti e servizi innovativi in costante dialogo e confronto con le autorità di vigilanza. Purtroppo dobbiamo prendere atto dei gravi ritardi dovuti alla rigidità di applicazione del GDPR e che oggi non sono possibili iniziative a carattere preventivo e terapeutico, in situazioni che richiedono interventi in tempi ristretti per rispondere a condizioni emergenziali o epidemiche per le quali i tradizionali canali di richiesta di autorizzazione a procedere all’uso dei dati sanitari per finalità di ricerca e di salute pubblica non sono adeguati”.

“La procedura ‘sandbox’ garantirebbe il trattamento e lo scambio dei dati sanitari, definendo ex ante gli istituti di ricerca coinvolti e le autorità preposte al controllo, con la preventiva costituzione di un comitato di gestione della sperimentazione composto dal Ministro della Salute, dal Garante per la protezione dei dati personali, dall’Agenzia per l’Italia digitale, da quattro professori ordinari, di cui almeno uno di diritto dell’economia e uno di igiene, e da un professionista esperto in quattro ambiti, il quadro sanitario e sociosanitario nazionale, la ricerca scientifica e i rapporti con gli stakeholder del sistema” ha concluso la presidente di Fondazione The Bridge.

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