Migliorare i sistemi di gestione e di distribuzione delle risorse idriche, adeguare le strategie di adattamento ai cambiamenti climatici, diminuire gli inquinanti nelle acque e ridurre le emissioni in atmosfera. Sono questi i principi cardine sui quali si basa il ‘Protocollo d’intesa per la coltivazione del riso’, sottoscritto oggi al Castello di Novara, che impegna enti pubblici e privati delle aree a vocazione risicola di Lombardia, con le province di Milano e Pavia, e Piemonte, territori delle province di Alessandria, Biella, Novara e Vercelli, al reciproco scambio di informazioni utili al raggiungimento delle finalità prefissate.
La coltivazione del riso in queste aree ha determinato le condizioni per lo sviluppo di una estesa rete di infrastrutture per il trasporto e la distribuzione delle acque ed ha creato un ambiente omogeneo, peculiare della pianura padana nordoccidentale, costituendo un ‘unicum’ dal punto di vista ambientale, paesaggistico, idrogeologico, economico, storico – culturale e identitario.
Un documento che, per il presidente dell’Ente Nazionale Risi, Paolo Carrà, rafforza ancora di più l’intesa tra Regioni, ente risi e istituzioni legate alla distribuzione della risorsa idrica. Il presidente si è detto inoltre convinto che solo un lavoro in totale sinergia e condivisione potrà far superare le criticità del settore oggi, come nel passato.
Sono intervenuti, per Regione Piemonte, il Direttore della Direzione Ambiente e il Direttore della Direzione Agricoltura; per Regione Lombardia, il Direttore della Direzione generale all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi.
Hanno inoltre portato i saluti anche i rappresentanti delle associazioni di categoria (Coldiretti, Cia e Confagricoltura) piemontesi e lombarde.