Sono partiti da Milano e hanno viaggiato due giorni fino a raggiungere Siena, in Toscana, passando per Reggio Emilia, Sassuolo, Parma, Bologna, Firenze e Grosseto. Con loro, un bottino molto prezioso: circa 45 alveari, sottratti illegalmente agli apicoltori di varie città e ora recuperati grazie al GPS inserito all’interno dell’arnia, e invisibile dall’esterno, progettato dalla startup tech di Cesena AntifurtoArnia.
Una soluzione semplice quanto efficace: il sistema di antifurto ideato da Roberto Pasi, CEO, e Gabriele Garavini, CTO, permette di monitorare l’arnia e tracciarne lo spostamento, nonché di tenere sotto controllo lo stato di salute delle api attraverso il controllo di parametri come umidità e temperatura. Dopo aver scaricato sul proprio smartphone l’app B-Secure, infatti, grazie all’antifurto posizionato nell’arnia l’apicoltore potrà ricevere in tempo reale tutte le informazioni relative al proprio apiario, compreso lo spostamento delle arnie. L’antifurto è poi connesso alle forze dell’ordine, che vengono allertate tempestivamente in caso di interventi delittuosi.
AntifurtoArnia, nella notte tra il 18 e il 19 aprile, ha tracciato un furto di api da Milano fino a Siena, registrando ogni movimento: la mappa del viaggio da Milano a Siena, le soste in autogrill, le fermate a fare benzina e l’ora di accesso in autostrada al casello. I ladri, ignari di aver rubato alveari dotati di antifurto a GPS, hanno lasciato traccia di ogni movimento, permettendo così di identificare il loro mezzo con le telecamere, ma soprattutto di ritrovare tutte le api rubate. Ma non finisce qui: il tracciamento indica anche altre soste specifiche, fuori dall’autostrada, forse allo scopo di caricare altre arnie non tracciate poiché prive del sistema di antifurto.