Regione Lombardia
Il sistema delle PMI, 2007-2020 | |||||||||
2007 | 2008 | 2009 | 2017 | 2018 | 2019 | 2020 | Var.
2020/2019 |
Var. 2020/2007 | |
Italia | 149.932 | 154.893 | 157.894 | 156.754 | 158.688 | 159.925 | 153.627 | -3,9% | 2,5% |
Nord-Est | 38.736 | 39.812 | 39.998 | 39.924 | 40.372 | 40.628 | 39.306 | -3,3% | 1,5% |
Nord-Ovest | 50.407 | 51.981 | 52.370 | 53.455 | 53.907 | 54.481 | 52.991 | -2,7% | 5,1% |
Lombardia | 36.309 | 37.557 | 37.861 | 39.255 | 39.698 | 40.157 | 39.099 | -2,6% | 7,7% |
Centro | 32.037 | 32.797 | 33.953 | 32.344 | 32.838 | 32.917 | 30.736 | -6,6% | -4,1% |
Mezzogiorno | 28.751 | 30.303 | 31.574 | 31.031 | 31.571 | 31.899 | 30.594 | -4,1% | 6,4% |
Dopo cinque anni consecutivi di crescita, la pandemia ha determinato una contrazione del numero di PMI. In base agli ultimi dati demografici e di bilancio disponibili, nel 2020 il numero stimato di PMI che operano nel nostro sistema produttivo si attesta a quota 153.627, un dato in flessione del 3,9% rispetto al 2019 ma ancora superiore del 2,5% rispetto ai valori del 2007. L’area geografica che fa registrare il calo più marcato di PMI è il Centro (-6,6%), seguito dal Mezzogiorno (-4,1%), mentre risultano più contenute le perdite nel Nord-Est e Nord- Ovest (rispettivamente -2,7% e -3,3%).
Il calo di numerosità di piccole e medie imprese si estende a tutte le regioni eccetto il Molise (+0,6%). Gli impatti più severi si verificano in Abruzzo (-8,7%) e nel Lazio (-8,6%), mentre risultano meno colpite la Basilicata (-0,6%), le Marche (-2,4%), la Lombardia (-2,6%) e il Friuli-Venezia Giulia (-2,6%).
Rispetto ai valori del 2007, invece, le regioni che evidenziano i maggiori incrementi sono Trentino-Alto Adige (+22,4%), Lombardia (+7,7%) e Campania (+13,9%).
Addetti impiegati nelle PMI 2019 | |||||
Piccole | Medie | PMI | % Piccole | % Medie | |
Italia | 2.418.916 | 2.110.171 | 4.529.087 | 53,4% | 46,6% |
Nord-Est | 612.051 | 565.505 | 1.177.556 | 52,0% | 48,0% |
Nord-Ovest | 778.189 | 803.964 | 1.582.153 | 49,2% | 50,8% |
Lombardia | 567.637 | 603.049 | 1.170.686 | 48,5% | 51,5% |
Centro | 509.153 | 391.296 | 900.449 | 56,5% | 43,5% |
Mezzogiorno | 519.164 | 349.110 | 868.274 | 59,8% | 40,2% |
Le PMI italiane impiegano 4,5 milioni di addetti, occupati per il 53,4% nelle piccole imprese e per il 46,6% nelle imprese di media dimensione. Il Nord-Ovest è l’area che fornisce il maggior contributo occupazionale, con più di 1,5 milioni di occupati (34,9% del totale della forza lavoro impiegata nelle PMI), seguito dal Nord-Est con 1,1 milioni di addetti (25,9%). Le PMI di Centro e Sud Italia impiegano un minor numero di addetti, rispettivamente 900 mila (19,8%) e 868 mila unità (19,1%).
Il Nord-Ovest si conferma l’unica area del Paese in cui gli addetti impiegati nelle medie imprese (803mila) superano quelli delle piccole (778mila). Tra gli addetti delle PMI del Nord-Est, il 52% (512mila) lavora in imprese di piccole dimensioni, con la quota che aumenta nel Centro (56,5%) e nel Sud del Paese (59,8%).
A livello territoriale, in termini numerici, sono Lombardia (1,1 milioni), Veneto (521 mila) ed Emilia-Romagna (445 mila) le regioni che impiegano più addetti nel sistema di PMI. Molise (62,9%), Sicilia (61,8%) e Marche (60,8%) sono le regioni con la distribuzione dell’impiego nelle piccole imprese più elevata
Score economico-finanziario delle PMI attive sul mercato nell’anno | ||||||||||||
Per area di rischio, in valori assoluti e in percentuale | ||||||||||||
2007 | 2019 | 2020 | ||||||||||
Solv. | Vuln. | Rischio | totale PMI | Solv. | Vuln. | Rischio | totale PMI | Solv. | Vuln. | Rischio | totale PMI | |
Italia | 39,8% | 35,5% | 24,7% | 149.932 | 59,5% | 30,3% | 10,2% | 159.925 | 53,9% | 31,6% | 14,4% | 153.627 |
Nord-Est | 43,7% | 33,3% | 23,0% | 38.736 | 64,8% | 27,1% | 8,1% | 40.628 | 59,1% | 29,3% | 11,6% | 39.306 |
Nord-Ovest | 43,9% | 33,5% | 22,6% | 50.407 | 61,4% | 28,8% | 9,8% | 54.481 | 55,5% | 30,6% | 13,9% | 52.991 |
Lombardia | 39,5% | 35,4% | 25,1% | 36.309 | 61,5% | 28,6% | 9,9% | 40.157 | 55,0% | 30,7% | 14,3% | 39.099 |
Centro | 35,3% | 36,3% | 28,5% | 32.037 | 54,9% | 32,8% | 12,3% | 32.917 | 47,7% | 33,6% | 18,7% | 30.736 |
Mezzogiorno | 31,4% | 41,1% | 27,5% | 28.751 | 54,3% | 34,2% | 11,5% | 31.899 | 50,7% | 34,5% | 14,8% | 30.594 |
Nel 2007, prima della crisi finanziaria, le PMI italiane erano caratterizzate da profili più rischiosi rispetto a quelli attuali. Negli ultimi anni il tessuto di piccole e medie imprese si è infatti rafforzato sotto il profilo patrimoniale, anche in seguito all’uscita dal mercato delle società più fragili e indebitate.
Prima della recessione in Italia operavano circa 150 mila PMI. Di queste, secondo il CeBi Score 4, poco meno del 40% erano considerate solvibili, a fronte del 24,7% con fondamentali rischiosi, mentre il rimanente 35,5% delle società era classificato in un’area di vulnerabilità. Nonostante il peggioramento dovuto agli effetti del Covid, l’incidenza della rischiosità in base al CeBi Score 4 rimane su livelli non preoccupanti. Nel 2020, su un totale di 153 mila PMI, la percentuale di imprese a rischio è aumentata passando dal 10,2% al 14,4% del 2019; in parallelo la quota di solvibili si è ristretta dal 59,5% al 53,9%
A livello territoriale la quota più alta di PMI in area di rischio si osserva nel Centro (18,7% nel 2020, dal 12,3% del 2019), seguito dal Mezzogiorno (14,8% nel 2020, dall’11,5%), mentre il Nord-Ovest si porta dal 9,8% al 13,9% e il Nord-Est si conferma l’area a minor rischio passando dall’8,1% all’11,6%.
Impatto del Covid sul rischio di default delle PMI | ||||||||||||
Distribuzione delle imprese per Cerved Group Score | ||||||||||||
SICURE
|
SOLVIBILI
|
VULNERABILI
|
RISCHIOSE
|
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2019 | 2020 | 2021 | 2019 | 2020 | 2021 | 2019 | 2020 | 2021 | 2019 | 2020 | 2021 | |
Italia | 32,6% | 17,4% | 21,0% | 37,8% | 39,3% | 37,1% | 21,2% | 30,1% | 30,5% | 8,4% | 13,2% | 11,4% |
Nord-Est | 42,6% | 21,8% | 28,0% | 36,2% | 42,5% | 38,2% | 15,4% | 25,8% | 25,7% | 5,8% | 9,9% | 8,1% |
Nord-Ovest | 41,3% | 20,8% | 25,7% | 36,0% | 40,7% | 36,6% | 16,3% | 27,2% | 27,9% | 6,4% | 11,3% | 9,8% |
Lombardia | 41,2% | 20,6% | 25,7% | 35,6% | 40,3% | 36,0% | 16,6% | 27,3% | 28,2% | 6,6% | 11,7% | 10,2% |
Centro | 23,0% | 13,8% | 14,3% | 40,5% | 37,6% | 36,2% | 26,1% | 33,5% | 34,5% | 10,4% | 15,1% | 15,0% |
Mezzogiorno | 14,6% | 9,5% | 11,0% | 40,3% | 34,7% | 37,3% | 32,1% | 37,1% | 37,1% | 12,9% | 18,7% | 14,6% |
Attraverso il Cerved Group Score (CGS) è possibile monitorare l’evoluzione del rischio in chiave prospettica valutando l’impatto dell’emergenza Covid nel 2020 e della ripresa del 2021 sui profili di rischio delle PMI.
I dati di fine 2020 mettono in evidenza una forte riduzione delle PMI in area di sicurezza (dal 32,6% del 2019 al 17,3%) e un consistente aumento delle PMI rischiose (dall’8,4% al 13,2%). Nel 2021, per effetto del graduale rallentamento delle restrizioni e della ripresa dell’attività economica l’indice fa registrare un netto miglioramento: la quota in area di sicurezza ritorna a crescere (21,2%) e nello stesso tempo si riduce la percentuale di PMI a rischio (dal 13,2% all’11,4%), restando tuttavia su livelli più elevati rispetto al 2019.
A livello territoriale, nel 2021 tutte le aree fanno registrare una riduzione della quota di PMI a rischio, non riportandosi tuttavia sui valori registrati prima del Covid. Nel Mezzogiorno si osserva il miglioramento più marcato (dal 18,7% al 14,6% di PMI a rischio) che porta l’area alla minor distanza rispetto ai livelli del 2019 (+1,7 punti percentuali). Nel Nord-Est si passa dal 9,9% all’8,1% di PMI a rischio (contro il 5,8% pre-Covid, mentre nel Nord-Ovest la quota di rischiose si porta al 9,8% dall’11,3%, un valore, che supera di 3,4 punti percentuali il dato del 2019. Il Centro Italia, dove si osserva il miglioramento più lieve (dal 15,1% al 15,0%), diventa la macroarea con la maggiore incidenza di imprese a rischio (+4,6 p.p. rispetto al 2019).
Tra le regioni italiane, Lazio (18,9% PMI a rischio nel 2021; + 5,7 p.p. rispetto al 2019), Toscana (12,3%; +4,3 p.p.) e Sicilia (16,8%; +3,6 p.p.) sono quelle che fanno registrare i peggioramenti più significativi rispetto allo scenario pre-Covid, mentre tengono meglio Abruzzo (12,8%; +0,3 p.p.), Sardegna (15,0%; +0,8 p.p.) e Basilicata (12,1%; +0,9 p.p.).
Esposizione alle tre componenti del rischio fisico per regione | ||||||||
PMI a rischio alto e molto alto nelle macroaree | ||||||||
Totale | Rischio alluvioni | Rischio frane | Rischio terremoti | |||||
Sedi locali | Addetti | % sedi locali | % addetti | % sedi locali | % addetti | % sedi locali | % addetti | |
Italia | 359.544 | 4.350.727 | 11,8% | 11,5% | 1,8% | 1,5% | 6,4% | 6,6% |
Nord-Est | 92.619 | 1.159.710 | 22,2% | 21,9% | 0,4% | 0,3% | 10,4% | 10,1% |
Nord-Ovest | 118.468 | 1.477.863 | 5,3% | 4,9% | 2,5% | 2,0% | 0,0% | 0,0% |
Lombardia | 81.818 | 1.056.983 | 3,6% | 3,8% | 1,4% | 1,2% | 0,0% | 0,0% |
Centro | 72.839 | 844.791 | 16,9% | 16,1% | 2,2% | 1,8% | 3,7% | 3,8% |
Mezzogiorno | 75.618 | 868.363 | 2,9% | 3,0% | 2,6% | 2,7% | 13,7% | 14,6% |
La distribuzione geografica delle tre diverse componenti del rischio fisico riflette l’eterogeneità del territorio italiano, con forti differenze a livello regionale.
L’area che presenta una maggiore quota di addetti di PMI in zone ad alto rischio di alluvione è il Nord-Est (21,9% del totale), con una forte incidenza registrata in Emilia Romagna (43,9%), seguito dal Centro (16,1%), dove è significativa l’esposizione della Toscana (39,2%), e dal Nord-Ovest (4,9%), trainato dal dato della Liguria (21,2%), mentre nelle regioni del Sud si osservano incidenze più basse negli addetti a rischio (3,0%). In termini di rischio frane la Valle d’Aosta evidenzia i livelli di rischiosità più alti (32,9% addetti in classi di rischio alta o molto alta), seguita dalla Liguria (15,3%), mentre le altre regioni fanno registrare incidenze inferiori al 10%. Anche l’incidenza del rischio sismico si diversifica molto a livello territoriale, con quote più alte di addetti in zone a rischio in Calabria (77,4% degli addetti) e Molise (68,6%).