Durante il convegno che ha riunito a Milano centinaia di imprenditori, è emerso che il 15% delle imprese lavora con l’intelligenza artificiale e il 45% ha attivato Industria 4.0.
«Bene l’innovazione, ma la primaria difficoltà delle aziende è quella di attrarre e trattenere i talenti.»
Quale futuro si prospetta per l’industria manifatturiera italiana? Come coniugare tradizione, innovazione e difficoltà delle aziende nel reperire figure professionali adeguate? PMI e intelligenza artificiale come rendere questo binomio vincente?
Queste le domande sulle quali gli imprenditori e le imprenditrici delle piccole e medie industrie associate ad A.P.I., riuniti nell’Auditorium Enzo Tortora, in via Soderini a Milano, si sono confrontati durante l’evento dal titolo “Il cambiamento è strategico per lo sviluppo?”, organizzato in collaborazione con Città Metropolitana di Milano.
«Il dibattito – ha spiegato Paolo Galassi, presidente di A.P.I. – è stato l’opportunità per riflettere su quali siano le leve in grado di sostenere il sistema manifatturiero, il suo processo di innovazione e su quanto sia strategico il rapporto con le scuole e le università.
Il motivo principale che ci ha spinto a confrontarci su questi temi è dato dalla grande difficoltà delle PMI a inserire figure professionali in azienda e dalla digital transformation, oramai improcrastinabile, che ha investito il manifatturiero. Se la sfida non sarà colta e sfruttata, usciranno dal mercato molte PMI».
Da un rapido sondaggio tra le associate presenti è emerso che, negli ultimi due anni, la parola d’ordine tra le PMI è “cambiamento”. Sono stati, infatti, avviati diversi progetti legati alla nuova visione aziendale; il 23% delle imprese sta collaborando con le scuole superiori per avvicinare i giovani alle PMI, il 13% sta lavorando per raccontare e valorizzare i progetti legati alla sostenibilità, il 15% ha avviato percorsi sull’intelligenza artificiale e il 45% ha usufruito delle agevolazioni di Industria 4.0.
Mentre il 67% degli imprenditori afferma anche che l’intelligenza artificiale è già presente nella loro quotidianità e vita privata, nonostante i timori legati alla privacy (75%).
«Ma a cosa ci serve tutta questa tecnologia – si chiede Galassi – se non troviamo giovani e professionisti per le nostre aziende in grado di utilizzarla adeguatamente? Sono proprio le persone il vero motore del cambiamento e della continuità aziendale».
L’evento, svoltosi questa mattina e moderato da Giampiero Rossi, giornalista del Corriere della Sera, ha visto l’introduzione del Direttore Generale di A.P.I., Stefano Valvason, che ha tracciato l’impatto delle transizioni in atto per il futuro delle PMI e la necessità dell’evoluzione dell’ecosistema in cui operano le imprese.
Sono seguiti i saluti istituzionali di Francesco Vassallo, Vicesindaco di Città Metropolitana di Milano che ha sottolineato il valore delle PMI per il territorio.
La tavola rotonda ha visto una serie di interventi focalizzati a comprendere quali siano gli agenti del cambiamento e come, insieme all’intelligenza artificiale e alle nuove tecnologie, siano leve per l’attrazione dei giovani talenti, lo sviluppo dell’imprenditorialità, il passaggio generazionale e, quindi, la continuità e la stabilità del manifatturiero.
Guido Di Fraia, Professore associato e Prorettore all’Innovazione e Intelligenza Artificiale dell’Università IULM di Milano, ha aperto la tavola rotonda con un intervento dedicato a “Intelligenza artificiale e PMI, le persone al centro?”, ricordando come l’innovazione si promuove attraverso la cultura della stessa. Da qui l’impegno dell’Ateneo e dello IULM AI Lab nel formare citizen data scientist: professionisti in grado di favorire lo sviluppo delle piccole e medie imprese con competenze interdisciplinari che coniugano tecnologia e cultura d’impresa; Alessia Cappello, Assessora allo Sviluppo Economico e Politiche del Lavoro del Comune di Milano, ha parlato dell’importanza del Patto per il lavoro e della sfida per il Comune di Milano nel coinvolgere le PMI come agenti del cambiamento con particolare attenzione ai giovani e alle donne; Diana Alessandra De Marchi, Consigliera Delegata al Lavoro e Politiche Sociali di Città Metropolitana di Milano ha raccontato come la Città Metropolitana di Milano può favorire le piccole e medie imprese e Maurizio Del Conte, Presidente Afol Metropolitana, ha delineato perché domanda e offerta di lavoro non si incontrano e le azioni messe in campo; Alessandro Fermi, Assessore all’Università, Ricerca, Innovazione di Regione Lombardia ha tracciato il ruolo di Regione Lombardia per favorire l’innovazione nelle PMI e su come migliorare il rapporto tra PMI e Università.
I relatori si sono confrontati attivamente con gli imprenditori perché la contaminazione, il dialogo e la condivisione delle esperienze sono fondamentali per il cambiamento virtuoso.
Una delle necessità primarie delle PMI è proprio far fronte alla carenza di collaboratori. Il 70% delle associate ha intenzione di assumere ma, di queste, l’83% ha difficoltà a trovare un profilo professionale adeguato. Il 29% delle imprese cerca commerciali, il 19% tecnici specializzati per la produzione, il 17% operai, il 12% sviluppatori, project manager IT e software engineer, per il restante 23% altri profili qualificati tra management, comunicazione e organizzazione.
«Sono dati importanti e il difficoltoso “dialogo” tra domanda e offerta è un problema; per questo A.P.I. sta lavorando con le Istituzioni, gli istituti professionali e tecnici e con le università per far conoscere le PMI ai giovani e raccontare come è l’industria oggi e le infinite possibilità al suo interno – ha concluso Galassi –.
Il futuro dell’industria italiana è nelle mani della capacità delle imprenditrici e degli imprenditori di cambiare e di investire sulle persone, ma anche di essere ambasciatori del loro mestiere per modificare la narrazione delle industrie e presentarsi.
Quindi, auguriamo ai 75.000 studenti impegnati in Lombardia negli esami di maturità un grande in bocca al lupo ma, soprattutto, li aspettiamo in azienda per portare nuove idee e nuove energie».