Il Parco è una risorsa per l’alimentazione, la salute e l’economia, va rilanciato e valorizzato ma con coscienza.
La manifestazione tenutasi martedì davanti al Pirellone, che ha visto rappresentanti dei comuni della Città Metropolitana di Milano e delle associazioni ambientaliste protestare contro la modifica di alcune disposizioni della legge istitutiva del Parco, non ha lasciato indifferente Cia Agricoltori Italiani Lombardia.
Il fatto che la direzione del Parco Agricolo Sud Milano passi sotto Regione Lombardia ci spinge a fare delle considerazioni e delle valutazioni inerenti la sfera agricola, ambientale ed economica, che riguardano non solo la nostra associazione ma anche i quattro milioni di cittadini che abitano nelle zone interessate.
Va innanzitutto salvaguardato il coinvolgimento dei portatori di interesse che incidono sul Parco, ovvero agricoltori, cittadini, amministratori, associazioni e rappresentanze varie, così come era stato nel momento di istituzione del PASM.
Al Parco va riconosciuto, in questi trent’anni, un ruolo fondamentale di protezione del territorio agricolo, che lo ha sostanzialmente mantenuto legato all’impresa agricola medesima sottraendolo alla speculazione edilizia e alle derive infrastrutturali. Per contro l’impatto burocratico ha spesso sostituito l’investimento in progetti di sviluppo e sostegno all’attività agricola, alla fruizione da parte dei cittadini e, in generale, ad un armonico rapporto città-campagna che è il grande tema del futuro.
La mancanza di un direttore dedicato, le scarse risorse economiche, la carenza di personale, non hanno contribuito all’efficienza e alla solidità dell’azione programmatoria.
All’interno del Parco sono presenti tantissime produzioni agricole: carni, ortaggi, mais, riso, frutta, latte, formaggi, pane e uova sono riconosciute dai mercati internazionali come di ottima qualità. Il Parco Agricolo Sud Milano è infatti erede vitale di una secolare tradizione basata su una forte capacità imprenditoriale che produce e si relaziona con il mercato mondiale, che per forza propria si proietta nel futuro utilizzando tecniche agronomiche e zootecniche rispettose dell’ambiente.
La presenza inoltre di attività connesse con l’agricoltura, quali agriturismi e fattorie didattiche, apportano cultura e socialità.
Aggiungiamo che sotto l’aspetto ambientale la presenza di aziende agricole garantisce funzioni come la conservazione dell’acqua, il contenimento della CO2 nel suolo, la cura della flora e della fauna e degli ecosistemi, protezione e valorizzazione del paesaggio, esternalità positive che solo l’agricoltura può garantire.
Ricordiamo poi che l’area del Parco ha un valore strategico unico: i benefici per la salute che questa enorme area, unica in Europa per grandezza e caratteristiche, garantisce ai cittadini di tutta l’area milanese e più in generale alla Lombardia, giocano un ruolo fondamentale per il benessere delle persone.
È giusto ricordare da quali enormi ricchezze ambientali, economiche, culturali, sociali e storiche il Parco Agricolo Sud Milano è composto e da cui trae valore e vita:
- 4 riserve naturali
- 1024 Aziende agricole
- 432 allevamenti
- 30 aziende agrituristiche
- 6 aziende biologiche
- 36 aziende con vendita dirette dei prodotti
- 26 aziende con attività didattiche
- 592 cascine
- 42 mulini
- 12 castelli conservati
- 6 castelli trasformati
- 4 abbazie
- 254 fontanili attivi
- 866 km di siepi, filari e fasce alberate
- 3.800 km di rogge e canali irrigui
Rifacendoci alla nuova denominazione del Ministero delle Politiche Agricole, della Sovranità Alimentare e delle Foreste, il Parco Agricolo Sud Milano rappresenta un modello imprescindibile da queste direttive implicite.
Se da un lato è indubbio che il Parco abbia oggi necessità di una revisione del suo ruolo e dei meccanismi di gestione e acquisizione di risorse umane e finanziarie, dall’altro Cia ritiene che questa sia da inserire in una visione più ampia e strategica del ruolo del Parco Agricolo Sud Milano e non confinata solo ad una eventuale ridefinizione del quadro di comando.
Cia ritiene inoltre che debba essere scongiurata la visione del Parco come disponibilità di aree da utilizzare, vendere e cementificare a scapito delle imprese agricole, e considera fondamentale che l’agricoltura e l’ambiente siano tutelate e difese nei confronti di qualsivoglia attività diversa da quella per cui il Parco Agricolo Sud Milano è stato creato.