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Nella peggiore delle ipotesi: il clima si sta estremizzando, parola di Andrea Giuliacci

Un tema complesso e sempre più attuale è quello del clima e pensiamo che ciò necessiti di approfondimenti che potrebbero essere affrontati in modo molto puntuale, magari all’interno di convegni e incontri aperti al pubblico. Queste azioni, sempre meno procrastinabili, ci permetterebbero di capire meglio come affrontare i cambiamenti climatici che stanno già condizionando il nostro presente.

Nel frattempo però, guardando all’Emilia Romagna con apprensione, mista a paura e vicinanza nei confronti delle popolazioni colpite dal maltempo e dalla conseguente alluvione in corso, abbiamo raggiunto telefonicamente Andrea Giuliacci, noto metereologo e climatologo, che ha gentilmente risposto alle nostre domande. E ha predetto, nel suo ultimo libro dal titolo “Nella peggiore delle ipotesi” le domande che la maggior parte di noi si sta ponendo in questi giorni.

L’allerta meteo, nei territori colpiti dall’alluvione di questi giorni, era già attiva all’inizio di questa settimana e da martedì sera si è scatenato l’inferno; per quanto durerà? “Ancora un paio di giornate critiche a causa della perturbazione in arrivo che interesserà gran parte d’Italia; per fortuna in Emilia Romagna pioverà poco in questo fine settimana. Teniamo ancora sotto osservazione le prossime 48 ore e poi, dalla prossima settimana tornerà un po’ più di stabilità e anche le temperature risaliranno raggiungendo la media stagionale”.

“Le piogge che sono cadute sono state davvero straordinarie, soprattutto perché sono particolarmente intense e in un territorio molto vasto, così di conseguenza l’ampia fetta di Emilia Romagna interessata da queste anomalie si è ritrovata sommersa da grandi quantità d’acqua in pochissimo tempo. Impossibile contenere tutta quella quantità d’acqua. Grazie all’allerta meteo  della Protezione Civile, diramata per tempo, le vittime sono state contenute. Una considerazione importante e da tenere sempre in mente è che il nostro è un Paese che ha strutture di molti decenni fa e nel frattempo gli eventi climatici sono molto mutati. Dobbiamo assolutamente impegnarci per ripensare, ricostruire il territorio in base ai cambiamenti climatici che avvengono. Non è più possibile ignorare che iI temporali di oggi e la quantità di pioggia che cade sono completamente differenti da 50 anni fa. Il clima non si sta tropicalizzando ma si sta estremizzando”.

Il ruolo dei social media per documentare ma anche per supportare e diffondere informazioni? “ In questo momento i social media sono utilizzati per informare; la speranza è che in futuro, anche presto, siano sempre più implementabili e incrociabili non solo per prevenire ma anche per sviluppare informazioni puntuali e immediate;  esistono per esempio App meteo che non solo informano gli utenti ma che  anche raccolgono contributi diretti dei cittadini, necessari per integrare, implementandole, tutte le notizie che, una volta opportunamente vagliate, dalla Protezione Civile, possono essere vitali nella tutela della sicurezza dei cittadini e dei territori”. Affinché questo accada sempre più sarebbe utile un efficace e puntuale movimento di cittadinanza attiva.

Nella peggiore delle ipotesi, cosa potrebbe accadere? E’ appena uscito per Rizzoli il suo ultimo libro che sembra essere predittivo rispetto ai temi che stiamo urgentemente trattando in quest’ultima settimana … “nel mio libro parlo di come potrebbe essere il nostro futuro a causa del cambiamento climatico; deve cambiare tutto di noi a cominciare dagli aspetti quotidiani della vita, evitare che accada il peggio attraverso soluzioni che abbiamo a portata di mano, è possibile. Bisogna essere informati e conoscere le conseguenze delle nostre azioni: tratto di cambiamento climatico dal punto di vista scientifico, certo, ma non dobbiamo sottovalutare quanto ognuno di noi nella propria quotidianità, attraverso scelte consapevoli, possa incidere per evitare che accada il peggio. Cambiare il nostro modo di vivere, partendo dalla cultura e dal  dialogo all’interno delle scuole direttamente con le generazioni più giovani.

Luisa Cozzi

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