È aperta da oggi al pubblico, presso il Museo di Storia Naturale di Milano, la mostra “Il significato dell’immagine” di Sandra Tenconi, in programma nelle sale espositive del Museo fino al 14 luglio 2024. Promossa dal Comune di Milano Cultura e dal Museo di Storia Naturale, l’esposizione è curata da Paolo Biscottini.
Sandra Tenconi (1937) vive e lavora a Pavia e si è diplomata nel 1960 a Brera. Artisticamente Tenconi si colloca nel filone del naturalismo lombardo, al limite dell’informale. Il riferimento principale della sua lunga attività è la natura: paesaggi, fiori, montagne, ghiacciai, la figura umana, e da ultimo la serie dei “teddy bears”. L’artista ha narrato i suoi soggetti con mezzi espressivi diversi, come la matita, il carbone, la gouache, il pastello, l’acrilico e la stampa litografica. Il Museo di Storia Naturale – luogo dalla centenaria tradizione di studi scientifici e centro di divulgazione per adulti e famiglie – è quindi lo sfondo ideale per esporre un’antologia delle sue opere più recenti, dalla quale emerge chiaramente il suo amore per la natura.
All’inizio del percorso espositivo, la prima sala accoglie grandi e piccole tele con le montagne come soggetto. Alle montagne come sono oggi (il Passo Sella, i monti della Valtellina) si affiancano i ghiacciai, rivisti com’erano quasi un secolo fa, documentati dalle fotografie dell’epoca: il Weisshorn, l’Ortler, il Bruggerhorn. La visione dell’artista è drammatica e non si fa scalfire da tentazioni naturalistiche, lasciando respiro alla sua forza creativa capace di reinventare il mondo in senso poetico.
Nella seconda sala trovano luogo le tele con i ghiacciai, ma anche il grande pannello con una quarantina di piccoli quadri, i “Teddy Bears”, anch’essi dipinti su tela con colori acrilici. Sono gli orsi dell’infanzia, a loro agio tra le montagne che qui diventano quasi immagini astratte, a volte addirittura violente. Anche la forza del segno che incide l’acrilico li accomuna alle tele delle montagne.
Nella stessa sala si trovano anche cinque grandi vetrine, che accolgono invece i disegni dell’artista. Una prima serie di grandi fogli a matita è nata dai carpini di un antico roccolo, ormai dismesso, luogo indagato dalla Tenconi per tutta la vita: è un’altra faccia ancora della natura, dove l’elemento drammatico prende la forma nuova del nodo e del ramo contorto.
Accanto, un’altra serie di disegni più recenti, tutti di piccolo formato e a penna. Sono i disegni nati al tempo del Covid. I soggetti sono ancora montagne e ghiacciai, spesso forre con ortensie, il fiore più amato dalla pittrice. Frutto di un momento drammatico nella vita di tutti, nella loro estrema raffinatezza sono forse i pezzi della mostra che più trasmettono un senso di equilibrio e di compostezza.
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