Quando si confiscano beni alle organizzazioni mafiose può accadere che la riassegnazione di fatto si inceppi e finisca per consegnare i beni stessi (sovente immobili) al degrado. Accade a Lomazzo, in provincia di Como, dove il 24 ottobre, martedì prossimo, dovrebbero partire i lavori di manutenzione ‘straordinaria’ e di ripristino ‘esterno’ di tre ville sequestrate in via Parini negli anni 2000, nell’ambito della maxi-operazione contro la ‘ndrangheta denominata ‘Infinito’. Ville che a quanto pare a breve potranno essere riutilizzate dalla comunità secondo le linee generali sui beni confiscati, dopo un travagliato tragitto durato- fin qui- 12 anni.
E’ infatti dal 2011 che il Comune di Lomazzo chiede di rilevare le tre strutture, in modo tale da poterle dedicare, come stabilito dalle linee guida dell’Agenzia Nazionale Beni Confiscati, ad attività sociali e istituzionali. Tuttavia, per un errore di trascrizione del Tribunale di Reggio Calabria occorre modificare la procedura burocratica che ha di fatto ‘impantanato’ per una dozzina di anni il percorso di riassegnazione, trasformando le tre villette dei boss in tre ruderi, forieri di disagi nel quartiere, da un punto di vista di sicurezza, e sanitario.
“Dal 2011 ad oggi per pratiche burocratiche siamo andati avanti degli anni senza arrivare ad un’assegnazione che avrebbe risolto tutti i problemi attuali legati alla manutenzione del verde”, racconta il sindaco Gianni Rusconi, audito quest’oggi in commissione Antimafia a Palazzo Pirelli, seguita dalla Dire. “Un mese fa- va avanti il sindaco- abbiamo fatto un sopralluogo al sito con un funzionario dell’Agenzia dei Beni Confiscati ed è già stato programmato un intervento per sistemare i giardini. Ma una volta che il Comune prenderà in gestione gli spazi si prenderà carico della manutenzione ordinaria, perché senza quella il problema da qui a breve si ripresenterà”.
Il funzionario dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata Roberto Bellasio tuttavia comunica che in questo caso, non appena sarà correttamente trascritta la confisca, al Comune comasco sarà sufficiente con una delibera richiedere specificatamente i 3 immobili, senza dover ricorrere alla tradizionale procedura di raccolta provinciale.
Bellasio ricorda inoltre che la Regione “da gennaio a fine marzo” apre il bando rivolto ai Comuni con beni confiscati e relativi progetti di ripristino, in cui “sono previsti 150.000 euro di intervento a bene, che sono il 50% della somma totale spesa in caso di comuni con più di 5.000 e il 90% nei comuni inferiori a 5.000 abitanti”.
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