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Ludovica Serafini e Roberto Palomba tra i protagonisti di Doppia Firma: dialoghi tra pensiero progettuale e alto artigianato

Lo studio Palomba Serafini annuncia la sua partecipazione al progetto Doppia Firma, promosso dalla Fondazione Cologni dei Mestieri d’Arte, sviluppato con Living, magazine di interior, design e lifestyle del Corriere della Sera, con il patrocinio della Michelangelo Foundation for Creativity and Craftsmanship.

 

Giunto alla sua ottava edizioneDoppia Firma è un evento molto atteso della Milano Design Week, che celebra l’unione tra l’innovazione del design e la tradizione dei grandi maestri d’arte, creando un connubio inaspettato tra un designer/artista e un artigiano o una manifattura d’eccellenza.

 

Ludovica Serafini e Roberto Palomba – architetti e designer di fama internazionale, ma fortemente legati a Milano e al Made in Italy – incarnano perfettamente il focus di questa edizione: un’analisi della “Grande Milano”, non solo capitale mondiale del design, della moda e dell’arte, ma anche culla dei mestieri d’arte e delle arti applicate: storicamente sede di importanti attività di alto artigianato, con livelli eccellenti nella manifattura dell’argento, del legno, della pelle, della tappezzeria, dei metalli, del vetro, della ceramica.

 

Per l’occasione, gli architetti hanno collaborato con la ceramista e restauratrice Anita Cerrato, esperta di tecniche artigianali orientali come il kintsugi o l’urushi, il processo che utilizza vernici colorate per la riparazione di oggetti.

 

Proprio a partire dallo studio di questa tecnica, è nato il progetto realizzato per Doppia Firma, intitolato “The Architectural Care”. Gli architetti e Anita Cerrato hanno portato alla luce le somiglianze tra l’architettura come pratica e la tecnica dell’Urushitsugi, analogia basata sul concetto di riparazione e rinascita. Mentre l’Urushitsugi trasforma ceramiche rotte in nuovi oggetti grazie a uno smalto, dove i segni della rottura rimangono visibili e arricchiscono il risultato finale, l’architettura adotta una filosofia simile nel processo di stratificazione storica: rinnovare, modificare e far evolvere un edificio piuttosto che demolire, mantenendo elementi esistenti, che si integrano con il nuovo.

 

In questo modo, gli autori – in uno spirito di un confronto reciproco e continua conoscenza – hanno collaborato insieme nel processo creativo, apportando la propria visione e le competenze dei rispettivi campi: tre vasi in ceramica di dimensioni diverse – progettati da Ludovica Serafini + Roberto Palomba – sui quali è stata provocata una rottura, riparata secondo la tecnica dell’urushi di Anita Cerrato.

 

L’intero processo viene interpretato attraverso la prospettiva della stratificazione, dove le linee create dalla rottura della ceramica rappresentano la pianta di edifici storici che vengono integrati a nuove linee per creare una nuova possibile architettura.

 

L’opera finale sarà esposta dal 16 al 21 aprile 2024 a Villa Mozart, magnifico edificio degli anni Trenta nel cuore di Milano, insieme agli artefatti delle altre 14 coppie di designer e artigiani selezionati per l’iniziativa. L’allestimento della mostra è curato da Alessandra Salaris e il progetto sarà documentato grazie al catalogo, a cura di Fondazione Cologni, con fotografie di Laila Pozzo.

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