Lucchini ha archiviato il 2020 con ricavi consolidati per 404 milioni, che hanno tenuto nonostante la pandemia, limitando il calo al 4,9% (dai 424,7 del 2019) L’Ebitda a 50,9 milioni è in crescita dai 42,1 milioni dell’anno precedente, così come l’utile netto, arrivato a 24,8 milioni (da 18,2 milioni). Il gruppo siderurgico bresciano ha mantenuto una robusta politica di investimenti tecnici, per 21,6 milioni, finanziati tramite la generazione di cassa derivante dalla gestione, e ha al contempo ridotto l’indebitamento finanziario a 13,4 milioni (da 64,1 milioni) e il patrimonio netto consolidato è risultato pari a 458 milioni (da 438 milioni del 2019).Nella nota sui conti viene segnalato che lo stabilimento di Lovere (Bergamo), il principale sito produttivo del gruppo, ha autonomamente deciso di fermare tutte le produzioni con una settimana di anticipo rispetto al primo lockdown nazionale di marzo per poter riavviare la propria attività con maggior sicurezza in aprile. È stato così possibile garantire ai clienti la continuità di approvvigionamento, in particolare del materiale rotabile destinato alle ferrovie di tutto il mondo, anche attraverso la rete di controllate in diverse aree geografiche.