Nuove opportunità di cura e moderni dispositivi medici, distribuiti in modo sempre più capillare sul territorio, al servizio dei pazienti diabetici lombardi. Con ricadute positive sia in termini di qualità della vita per i pazienti sia in termini di risparmio per il Sistema Sanitario Regionale (SSR).
L’incontro, dal titolo “Lotta al diabete – Innovazione possibile e nuovi modelli di governance sanitaria in Regione Lombardia”, organizzato da Italian Health Policy Brief con il contributo non condizionante di Abbott, è stato occasione per fare il punto sulla malattia in Regione e dopo l’approvazione all’unanimità, da parte del Consiglio regionale, della mozione 808/2022 concernente le misure dedicate ai pazienti diabetici per migliorare l’accesso ai device sanitari per il monitoraggio continuo della glicemia (Continuous Glucose Monitoring – CGM).
La mozione, nel dettaglio, impegna la Giunta a:
valutare la possibilità per i pazienti diabetici di ritirare i device CGM anche presso strutture alternative, quali farmacie e case di comunità;
valutare la possibilità di prevedere una fornitura che abbia durata annuale, o almeno semestrale;
valutare di prevedere, nell’ambito della fornitura temporale, la possibilità di implementare il numero dei singoli device CGM e degli infusori di insulina forniti per sopperire a tutte quelle situazioni di criticità, dunque necessità, che possono venire a formarsi;
valutare la possibilità di sviluppare corsi di formazione e informazione immediata e sistemica per i medici di medicina generale sui benefici che l’utilizzo di questi device innovativi procurano alla qualità di vita dei pazienti.
I DATI
La spesa sanitaria pro-capite ammonta ogni anno a circa 3mila euro, pari a oltre 1 miliardo e mezzo di euro complessivamente a carico del SSR.
I DISPOSITIVI
Come sottolineato durante il Forum da Stefano Genovese, Responsabile Unità di Diabetologia, Endocrinologia e Malattie metaboliche, IRCCS, Cardiologico Monzino, le evidenze cliniche si riscontrano sia sulla glicata sia sulle metriche del glucosio. Studi compiuti su decine di migliaia di pazienti mostrano, infatti, che già a tre-sei mesi dall’utilizzo dei dispositivi in maniera continuativa si registra una significativa riduzione dell’emoglobina glicata oltre ad una riduzione delle ospedalizzazioni per complicanze acute della malattia. Queste evidenze si hanno non solo nella popolazione in terapia insulinica multiniettiva, ma anche in trattamento con sola insulina basale.
Quel che accade, con i sistemi innovativi di monitoraggio, è dunque una ottimizzazione a 360° nella gestione della malattia e un miglioramento, dal lato clinico, della presa in carico del paziente con la possibilità di stratificare il paziente stesso in base al rischio. Obiettivi che vanno nella direzione delle linee guida di Regione Lombardia ricordate dal consigliere Marco Bestetti, della Commissione Permanente sulla Sanità, di “andare verso una presa in carico dei pazienti sempre più all’altezza delle aspettative”.
L’UTILIZZO E LE CRITICITÀ
Fra le motivazioni che stanno alla base di un utilizzo ancora così contenuto il costo, il fatto che si tratta di dispositivi che rendono immediatamente riconoscibile il malato e la necessità di una adeguata formazione per il paziente ed il suo caregiver per un corretto utilizzo.
Tutti aspetti comunque trascurabili rispetto ai vantaggi per la salute dei pazienti, e che debbono essere superati, come ricordato proprio da Garrafa, con operazioni sempre più mirate di sensibilizzazione e di formazione alla tecnologia, e magari portando avanti agevolazioni per chi ne fa utilizzo, come ad esempio una riduzione del numero di visite ed esami di controllo obbligatori.
IL RUOLO DEI FARMACISTI
Il primo aspetto facendo comprendere meglio ai pazienti, così come accaduto nella recente campagna vaccinale anti-Covid, i benefici, in questo caso legati all’utilizzo della tecnologia, nel contrastare la malattia. “I farmacisti di prossimità – ha sottolineato Mandelli – hanno mostrato nella recente pandemia come il forte rapporto di fiducia che li lega ai cittadini rappresenti un potente strumento per abbattere il muro di diffidenza nell’approcciarsi a modalità innovative di prevenzione e cura, in grado di ridurre il peso della malattia nella quotidianità e migliorare la qualità di vita”. Il secondo aspetto, quello della semplificazione, attraverso la capillare presenza sul territorio che è sinonimo di maggiore accessibilità per i pazienti e i caregiver, consentendo di ritirare i dispositivi comodamente nella farmacia sotto casa, ad orari più ampi ed evitando onerosi spostamenti per raggiungere altri presidi del SSN. E poi il risparmio legato alla riduzione dei costi per il SSR, considerata l’efficacia dei dispositivi nel prevenire e ridurre le complicanze legate alla malattia.
IMPATTO ECONOMICO
In sintesi, i partecipanti hanno convenuto che è tempo di diffondere – quanto più possibile ed in modo capillare – l’utilizzo di dispositivi per il controllo continuo della glicemia, sia per una migliore qualità di vita dei pazienti diabetici, sia per una migliore gestione della malattia e, di conseguenza, per una migliore sostenibilità economica del sistema sanitario. Questa prospettiva richiede una forte e chiara responsabilità da parte dell’istituzione regionale, sia a livello di indirizzo politico sanitario, sia a livello di governo del sistema sanitario stesso, di modo da attuare quei cambiamenti oggi resi possibili dalla conoscenza scientifica e dall’innovazione tecnologica.