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Le parole per dirlo: le neuroscienze ci aiutano

Per migliorare la comunicazione, affinare meglio cosa dire e come dirlo, il supporto del neuro ed emotional marketing può risultare fondamentale: è una disciplina che utilizza i principi delle neuroscienze per meglio comprendere i comportamenti e creare strategie atte ad una comunicazione sostenibile, senza rumori di fondo, diretta, comprensibile, coerente. Con l’intelligenza emotiva invece si viene a dar man forte alla comprensione interpersonale, quella di tutti i giorni: comunicare correttamente fa bene al nostro benessere e a quello di chi ci sta vicino.

Ecco i tre esperti che ci aiuteranno a comprendere più facilmente l’argomento centrale dell’articolo: Gianandrea Abbate, fondatore di Emotional Marketing Srl – Research e Consulting Factory, Giampiero Soru, pubblicitario, docente di Neuromarketing e socio AINEM, Fabrizio Bellavista, consulente di Intelligenza Emotiva e responsabile di dipartimento nell’AINEM Associazione Italiana Neuromarketing.

Qual è, secondo lei, il ruolo del Neuro Emotional Marketing nella creazione di un’esperienza maggiormente coinvolgente per il cliente?

  1. Abbate. Oggi più che mai le emozioni sono il motore dell’engagement e l’engagement è il motore delle vendite: ecco perché i nostri strumenti sono una opportunità davvero potente per i Brand di oggi.
  2. Soru. Il Neuro Emotional Marketing consente di parlare direttamente al cuore e a quella parte del cervello che presiede le emozioni del consumatore; quindi non solo passa il proprio messaggio più facilmente ma coinvolge il cliente partendo dalla sfera irrazionale, area da sempre poco presidiata. In altri termini, l’esperienza emotiva ha sempre la meglio su quella squisitamente razionale in termini di profondità e memorabilità – e questo non vale solo per il business ma anche per tutti i casi della nostra vita quotidiana.
  3. Bellavista. In sintesi, l’Emotional Marketing attraverso le emozioni, le esperienze sensoriali e i valori crea un’esperienza coinvolgente che va oltre la semplice transazione commerciale e questi sono, in sintesi, i passi: a) Fornire un senso di appartenenza b) Dare coinvolgimento attraverso l’identità e i valori del brand c) Offrire un valore emotivo non solo materiale: la vendita richiede prima relazione ed empatia d) Far vivere esperienze sensoriali coinvolgenti e) Creare legami emotivi: il Neuro Emotional Marketing mira a coinvolgere emozioni come la gioia, la felicità, l’entusiasmo o l’empatia con lo scopo di creare un legame più profondo tra il cliente e il brand.

Come possono le piccole e medie imprese, utilizzare il Neuro Emotional Marketing per creare una connessione emotiva con il proprio pubblico di riferimento?

  1. Abbate. Lo facciamo in modo scientifico: ci sono oggi tre algoritmi (di proprietà e depositati) di Intelligenza Artificiale che permettono di 1) analizzare la mente emotiva in modo scientifico, come un neuro-radar e trovare i codici di attivazione 2) creare idee ma… non random, bensì mirate ai risultati, con un sistema di intelligenza artificiale selettivo e non “tuttologo” 3) verificare infine sul web le vendite “vere”, non le opinioni! Con il sistema “Buying Certificator” è l’andamento della vendita stesso che funge da test. A questo punto il cerchio si chiude: i risultati di vendita in tempo reale sono il test più veritiero di una buona comunicazione commerciale.
  2. Soru. Né più e né meno di come lo possono fare le grandi imprese; certo, l’investimento può sempre fare una certa differenza, ma non in funzione della sintonia con il proprio pubblico. L’approccio al marketing attraverso le Neuroscienze consente di comunicare l’identità di un’impresa in modo incredibilmente efficace, perché noi siamo animali sociali e abbiamo bisogno di condividere la nostra realtà e i valori ad essa legati.
  3. Bellavista. Il termine “connessione emotiva” è molto calzante: ciò è possibile in diversi modi, eccone alcuni: a) Comprendere il proprio pubblico di riferimento b) Raccontare storie coinvolgenti c) Creare esperienze emozionali d) Utilizzare parole, immagine e video in modo efficace e) Essere autentici e trasparenti – questo è un punto che merita una miglior spiegazione: la trasparenza e l’autenticità sono fondamentali per creare una connessione emotiva con il pubblico. Mostrarsi autentici e genuini nel modo in cui si comunicano con il pubblico può contribuire a creare una maggiore fiducia e una connessione duratura.

Ambito formativo. Quali sono le strategie più efficaci per stimolare le emozioni degli studenti e creare un ambiente di apprendimento positivo e motivante?

  1. Abbate. Mi stupirei se uno studente di oggi non fosse automaticamente stimolato e attivato dalle ultime novità tecnologiche: il futuro è Intelligenza Artificiale + Human Touch insieme, non uno in alternativa all’altro. La commistione di profili professionali sarà modo ideale per affrontare le sfide del III millennio
  2. Soru. Credo che il coinvolgimento degli studenti sia l’obiettivo più impegnativo e sfidante per un docente: per esempio, parte del successo viene dal saper creare un percorso di attenzione (merce assai rara di questi tempi) anche attraverso la voce, i suoni, le immagini e i video. Attraverso esperienze dirette, i momenti formativi hanno quindi una carica emotiva molto più forte e proprio per questo agiscono positivamente su motivazione, attenzione, partecipazione.

Infine, parlando per esperienza, so che gli studenti capiscono facilmente se un docente è preparato, è motivato, è “innamorato” della sua materia; se a ciò si aggiunge una buona capacità comunicativa, il lavoro diventa molto più agevole.

  1. Bellavista. E’ possibile adottare diverse strategie con una premessa fondamentale: ogni studente è un individuo unico e questa caratteristica deve essere valorizzata. Ecco alcuni suggerimenti: a) Coinvolgere gli studenti nell’apprendimento e rendere gli studenti più motivati b) Creare un ambiente di apprendimento positivo c) Fornire con continuità un feedback specifico, individuale e mirato sulle prestazioni d) Utilizzare risorse didattiche variegate e) Riconoscere e premiare i risultati f) Favorire l’apprendimento collaborativo: lavorare in gruppo o in coppia può aumentare la motivazione e stimolare la discussione e lo scambio di idee tra gli studenti g) Stimolare continuamente la curiosità e l’interesse.

Mark Mishler

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