A Gallarate il 20 gennaio, lo storico colorificio Checchi ospita nello show room di Via Da Vinci, l’artista giapponese di punta del Festival Dell’Oriente: Yoshiko Kubota
Il nuovo anno per le Belle Arti di Checchi Colori si apre all’insegna del Giappone!
Insieme vogliamo scoprire alcuni dei segreti che animano la millenaria arte del Sol Levante grazie ad un’artista che porta in Italia tradizioni e cultura nipponiche.
Si tratta della bravissima
Yoshiko Kubota, impegnata da molti anni a diffondere usi e costumi delle più svariate arti del suo bellissimo Paese ed artista di punta del Festival Dell’Oriente.
Alcune tappe sono in programma a Gallarate per conoscere insieme a Yoshiko l’arte del Kintsugi, della Calligrafia e del Disegno su carta di riso e i disegni in stile Manga.
Si parte sabato 20 Gennaio con un evento in cui Kubota racconterà ai partecipanti la storia del Kintsugi ovvero un’antica tradizione nipponica che usa la resina ed il colore oro per riparare e riportare in vita ceramiche andate in frantumi. All’interno di questa pratica risiede la filosofia giapponese secondo cui quando si cura una ferita o una frattura bisogna mostrarle, dando loro valore.
Il kintsugi (金継ぎ AFI: [kʲĩnt͡sɨᵝɡʲi]), o kintsukuroi (金繕い), letteralmente “riparare con l’oro”, è una tecnica di restauro ideata alla fine del 1400 da ceramisti giapponesi per riparare tazze in ceramica per la cerimonia del tè, Cha no yu.
Le linee di rottura, unite con lacca urushi, sono lasciate visibili, evidenziate con polvere d’oro. Gli oggetti in ceramica riparati con l’arte Kintsugi diventano vere opere d’arte: l’impreziosire con la polvere d’oro accentua la loro bellezza, rendendo la fragilità un punto di forza e perfezione. Ogni ceramica riparata presenta un diverso intreccio di linee dorate unico e irripetibile per via della casualità con cui la ceramica può frantumarsi. La pratica nasce dall’idea che dall’imperfezione e da una ferita possa nascere una forma ancora maggiore di perfezione estetica e interiore.