Le prime tre targhe e la tavola rotonda sull’eredità dell’architettura contemporanea
Si è avviato il 22 maggio alle 11 davanti al Centro Sportivo Italcementi, il programma bergamasco di LABB-Love Architettura Bergamo Brescia, il festival che nasce in occasione di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023 dalla collaborazione degli Ordini degli Architetti Pianificatori Paesaggisti Conservatori di Bergamo e di Brescia e da Fondazione Architetti Bergamo.
I rappresentati di Ordine Architetti Bergamo e Fondazione Architetti Bergamo, insieme ai rappresentanti di Politecnico di Milano e Università degli Studi di Bergamo hanno svelato le prime tre targhe celebrative del patrimonio dell’architettura contemporanea presenti sul territorio: Piscine Italcementi (Carlo Ravizza con strutture di Carlo Sola, 1963-66), ex Guardia di Finanza (precedentemente Istituto San Marco, progetto di Luigi Ghò con strutture di Aldo Favini e Domenico Deleidi, 1960-72) e Palazzetto dello Sport (in procinto di diventare la nuova Gamec su progetto di C+S Architetti, originariamente progettato da Giancarlo Eynard con strutture di Luigi Bacci, 1959-62).
Presenti sono stati Alessandra Boccalari e Gianpaolo Gritti, presidenti di Ordine Architetti Bergamo e Fondazione Architetti Bergamo, Marzia Pesenti e Paolo Masotti, vicepresidente e segretario di Ordine, Stefano Rota, tesoriere di Fondazione, con Leyla Ciagà e Federico Deambrosis, ricercatori e docenti al Politecnico di Milano, Elisabetta Bani e Fulvio Adobati, sovrintendere alle attività strategiche della terza missione e professore associato dell’Università di Bergamo.
Il programma è proseguito nel pomeriggio, ospitato dalla Camera di Commercio di Bergamo, con una tavola rotonda dedicata al tema direttamente connesso al riconoscimento del valore dell’architettura contemporanea, l’eredità.
Introdotti dalla presidente dell’Ordine Alessandra Boccalari, che ha presentato il festival nel suo complesso, Eliana Garofalo, ministero della Cultura, Direzione Generale Creatività Contemporanea, ha fatto il punto sul Censimento delle architetture italiane dal 1945 ad oggi, avviato nel 2002, dall’allora DARC-Direzione Generale per l’Arte e l’Architettura Contemporanee e in continuo ampliamento. Il patrimonio bergamasco è stato approfondito da Leyla Ciagà e Federico Deambrosis, in n progressivo avvicinamento e contestualizzazione all’interno della storia dell’architettura del patrimonio locale e dei tre edifici targati.
Maria Fratelli ha presentato l’attività del Casva, il Centro di Alti Studi sulle Arti Visive di Milano, all’interno di “Un archivio e i suoi quaderni. Conservare e valorizzare la cultura del progetto a Milano”, che ha effettuato il passaggio, centrale, dalla conservazione dentro gli archivi alla valorizzazione dei loro contenuti.
Margherita Pellino ha portato a Bergamo i circa 40.000 schizzi e disegni tecnici, 7.000 stampe fotografiche e diapositive, 3.000 documenti e 60 modelli, insieme alle strategie e alle iniziative dell’Archivio che a Milano custodisce e valorizza la memoria di Vico Magistretti. Da Milano a Bergamo con le attività della Fondazione Legler per la storia economica e sociale di Bergamo che, nata nel 2019 dalla fusione della Fondazione Famiglia Legler con la Fondazione per la Storia economica e sociale di Bergamo, è stata al centro dell’intervento di Giuseppe De Luca.
L’appuntamento con la seconda giornata del festival è previsto il 24 marzo all’ex chiesa Sant’Agostino Aula Magna dell’Università, con i contributi sulle trasformazioni urbane nella provincia e la serata sulla rigenerazione urbana con il poeta, scrittore e paesologo Franco Arminio.