È tempo di un primo bilancio, quando oramai siamo prossimi al primo giro di boa dell’anno scolastico.
L’amministrazione sta mettendo a nudo da settembre tutte le sue fragilità:
- le operazioni di reclutamento del personale scolastico procedono in modo caotico, fra rettifiche e surroghe, ma soprattutto senza indicazioni chiare e ragionevoli dal Ministero dell’Istruzione e con un pericoloso valzer di cattedre ad anno ormai in corso;
- la gestione dei PNRR sta moltiplicando la burocrazia, tanto che ad oggi solo una minima parte dei progetti sono stati avviati ed attuati;
- continuano ad esserci forti pressioni sulle scuole per l’approvazione dei percorsi della filiera tecnologico-professionale, mentre diminuiscono le risorse per i docenti tutor ed orientatori;
- continuano a tagliare sulle autonomie scolastiche per un piano scellerato di dimensionamento che riduce i presìdi dello Stato sul territorio e comprime la discussione negli organi collegiali, volutamente sovraffollati.
La FLC CGIL Lombardia ha fatto in questi mesi della valorizzazione delle professionalità del personale scolastico, docente, educativo ed ATA, dirigente, un punto di rivendicazione in tutte le sue azioni politiche e sindacali: stiamo agendo le relazioni sindacali e le contrattazioni mettendo al centro il diritto allo studio ed il diritto al lavoro, come equiordinati, complementari e concorrenti.
Abbiamo fatto della battaglia al precariato un’esigenza di civiltà: non solo nelle scuole, dove c’è un’orgia di concorsi che si fagocitano e si susseguono in modo confusionario, ma anche nelle università e negli enti di ricerca, nella formazione professionale, dove spesso i diritti dei lavoratori sono svenduti alla logica del profitto e dello sfruttamento attraverso rapporti di lavoro sotto.
Lo stesso abbiamo fatto in tutti i settori della conoscenza, contrastando anche le politiche regionali di impoverimento del diritto allo studio universitario e della formazione professionale.
Se l’idea di fondo è quella di impoverire la Conoscenza statale per sottometterla alle logiche del mercato, non ci stiamo e continueremo a denunciare disfunzioni e strumentalizzazioni.
Lo faremo nelle prossime settimane e nei prossimi mesi, quando intensificheremo la nostra presenza nei luoghi di lavoro e nella democrazia per la campagna delle elezioni delle RSU: non sono un atto burocratico, ma un momento di profonda riflessione sulla partecipazione e la democrazia in un momento storico in cui partecipazione e democrazia sono volutamente messe in crisi.
E lo faremo stando sempre dalla stessa parte, quella delle lavoratrici e dei lavoratori, delle famiglie e degli studenti.