La più grande vertical farm d’Europa apre i battenti. Un progetto divenuto realtà, ieri a Verolanuova, in provincia di Brescia. Abbiamo assistito alla nascita di Kilometroverde che rappresenta la realizzazione del nostro futuro sostenibile attraverso l’agricoltura verticale.
E’ una rivoluzione agroalimentare a tutto tondo proprio perché oltre ad essere sostenibile, non subisce le estremizzazioni del clima e coniuga innovazione e tradizione.
A cura di Luisa Cozzi
Il Presidente Giuseppe Battagliola, imprenditore visionario e illuminato ha mostrato ieri, concretamente, il suo grande sogno: dare vita, in Lombardia, alla più grande vertical farm d’Europa.
Questo articolo è lontano dall’essere esaustivo nella narrazione dell’evento avvenuto ieri a Verolanuova, però possiamo dare una sintesi commossa ed emozionata di quanto accaduto grazie anche alla magistrale conduzione di Paolo del Debbio che ha intervistato, chiamandoli sul palco, gli attori protagonisti di questo momento che apre le porte ufficialmente al nostro ingresso nel futuro.
E così Del Debbio inizia la serata: “Sono onorato di essere qui a parlare di una cosa così bella e concreta, che ti dà un senso positivo della vita perché vedi che ci sono progetti che si realizzano; oggi per me è una bella boccata d’aria”.
Innovazione e tradizione rappresentano il cuore di questa start up che porta il nome di Kilometroverde e che, diretta dalla grande esperienza di Giuseppe Battagliola, ha dato vita alla “cattedrale” di Verolanuova che rappresenta il futuro dell’alimentazione sostenibile, proveniente dall’agricoltura tradizionale ma con un’innovazione e un’intuizione che ci fanno essere a pieno titolo nel III millennio.
Così Ettore Prandini, Presidente nazionale di Coldiretti “Saremo al fianco di Battagliola per informare il consumatore e diffondere le peculiarità dell’agricoltura verticale e dei prodotti di Kilometroverde. Ci interessa promuovere percorsi innovativi e che guardino al futuro per dare anche una risposta alle istanze urgenti del presente. Un dialogo aperto tra industria, agricoltura, cooperazione e distribuzione; in una parola fare sistema, fare rete.”
Il Ministro dell’Università e della Ricerca, Prof.ssa Anna Maria Bernini, aggiunge a margine delle parole di Prandini: “la mie presenza qui testimonia che crediamo molto nella rivoluzione di Kilometroverde e ne siamo orgogliosi, prima di tutto come italiani”.
Al termine degli interventi Guido Guidesi, Assessore allo Sviluppo Economico della Regione Lombardia, ricorda quanto valore ci sia nella proposta lombarda che risulta sempre essere rivoluzionaria e in prima linea in termini di imprenditoria e di innovazione tecnologica senza mai dimenticare la tradizione e la forte vocazione al lavoro e al sacrificio tipici dei lombardi.
Da remoto il Ministro dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, afferma: “ci rende orgogliosi il fatto che questo tipo di imprenditori abbia guardato avanti accettando le sfide dell’innovazione e tenendo presenti i pilastri della sostenibilità ma anche creando lavoro per la comunità. Ciò è espressione dell’equilibrio sociale, utile per il nostro sistema produttivo e avviene oggi proprio attraverso l’esempio di Kilometroverde. Siamo consapevoli di essere sulla strada giusta: impattare meno sull’ambiente e riuscire, con una serie di iniziative collegate, a proporre questo modello di produzione: ridurre a zero l’utilizzo degli agro farmaci e non sprecare l’acqua, lavorando senza consumare suolo e recuperando aree dismesse. Una sfida nella quale la politica deve investire.”
Ricordiamo che anche Ismea , Istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare, presente all’evento, lo scorso anno ha creduto in questo progetto ed ha aperto anche a Kilometroverde investendo in esso.
Da questa esperienza portiamo a casa una certezza: è nata l’insalata buona per noi e per il pianeta ma anche una domanda: una nuova categoria di prodotto ha visto la luce ieri, l’insalata di Kilometroverde infatti non può essere inserita in una generica IV Gamma ma rappresenta l’evoluzione della stessa. E’ così che nasce “Petali”, l’insalata che non c’era. Ora però sotto quale categoria la metteremo?
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