L’11 aprile del 1987 moriva a Torino Primo Levi. Un sopravvissuto agli orrori dei lager. Nella sua vita quell’esperienza lo segnò al punto da lasciare segni indelebili nella sua anima. Tra le tante pagine scritte e sue interviste vogliamo segnalare un estratto di una sua intervista a un giovane laureando che sorprende per lo spirito profetico e per la stringente attualità delle riflessioni contenute. il mondo diviso in blocchi, il problema ambientale e soprattutto l’impossibilità di coltivare la speranza caratterizzano la nostra epoca in modo spietato. Eppure nonostante le avversità e le nubi all’orizzonte, bisogna continuare a credere che ciascuno di noi possa e debba fare la differenza. Anche attraverso la propria testimonianza e il rifiuto nei confronti dell’omologazione a una realtà cinica e disumanizzante.
“Se comprendere è impossibile, conoscere è necessario, perché ciò che è accaduto può ritornare, le coscienze possono nuovamente essere sedotte ed oscurate: anche le nostre” (Primo Levi)