Dal 25 novembre fino al 24 dicembre dalle 15 alle 19 dal martedì alla domenica, nei locali di Macof – Centro della fotografia italiana di Brescia, in Via Moretto 78, sarà visitabile la mostra fotografica “Dieci anni e ottantasette giorni” di Luisa Menazzi Moretti sulla vita e le parole dei detenuti nel braccio della morte.
Dopo il successo della mostra alla Biennale di Fotografia di Berlino il premio dell’International Photography Awards di New York del 2016, arriva anche a Brescia, a conclusione del programma “Bergamo-Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023”, il progetto fotografico sulla pena di morte.
Una mostra composta da diciassette immagini il cui titolo fa riferimento al tempo medio che un condannato attende nel braccio della morte dalla condanna all’esecuzione. Si tratta di opere che trasformano in immagini le frasi, le dichiarazioni e i testi delle lettere scritte dai detenuti del carcere di Livingston, vicino ad Huntsville, in Texas, in attesa dell’esecuzione. Fotografie singole, dittici o trittici di grande formato con accanto i testi delle lettere conservate nella Biblioteca del Congresso degli Stati Uniti.
Le fotografie di Luisa Menazzi Moretti non raccontano le parole, ma danno forma e immagine ai pensieri degli uomini e delle donne che le hanno scritte e pronunciate: l’opera immortala la solitudine, i silenzi, crea uno stato d’animo e innesca una comunicazione non verbale. Non parla di morte, ma narra la vita sospesa dentro quel luogo e in quello Stato americano (dove l’artista ha vissuto per molti anni) in cui, dal 1982 al marzo di quest’anno, sono stati giustiziati 583 detenuti.
Luisa Menazzi Moretti si trasferisce da bambina con parte della famiglia in Texas, dove frequenta le scuole e l’università e segue corsi di fotografia prediligendo lo sviluppo e la stampa in bianco e nero. I suoi tre ultimi progetti, “Dieci anni e ottantasette giorni”, “Io sono” e “Casa mia” sono stati premiati con quattro menzioni d’onore dall’International Photography Awards di New York.
Ingresso 5 euro