IN DUOMO LA CELEBRAZIONE PRESIEDUTA DAL CARDINALE SEMERARO: «NELLE LORO STORIE DI SANTITÀ SI MANIFESTA LA FORZA DELLO SPIRITO»
L’ARCIVESCOVO DELPINI: «PIÙ SI CONOSCONO I DUE BEATI E PIÙ SI SCOPRONO VIVI E IMITABILI»
È da poco terminata in Duomo la solenne celebrazione eucaristica per la beatificazione dei Venerabili Servi di Dio Armida Barelli e Mario Ciceri.
In una Cattedrale dove tutti 1.800 posti a sedere erano occupati, ha presieduto la Messa, come rappresentante di papa Francesco, il cardinale Marcello Semeraro, Prefetto della Congregazione delle Cause dei Santi. Numerosi i concelebranti: tra loro il cardinale Francesco Coccopalmerio, l’Arcivescovo di Milano, mons. Mario Delpini, il Vicario generale della Diocesi di Milano, mons. Franco Agnesi, l’Assistente ecclesiastico generale dell’Università Cattolica, mons. Claudio Giuliodori, l’Assistente ecclesiastico generale dell’Azione Cattolica Italiana e vescovo di Orvieto-Todi, mons. Gualtiero Sigismondi e altri 24 vescovi.
Nell’assemblea diversi i rappresentanti dell’Università Cattolica del Sacro Cuore, dell’Azione Cattolica Italiana e dell’Istituto delle Missionarie della Regalità di Cristo, tre realtà intimamente legate alla figura di Armida Barelli, insieme ad autorità e cittadini di Veduggio e Sulbiate, i paesi in cui don Mario Ciceri è nato e ha svolto il suo ministero.
Dopo la lettura dei profili biografici dei due nuovi beati e un momento di preghiera per aiutare i presenti a entrare nel clima della celebrazione, si sono susseguite le tappe previste dal rito della beatificazione: in particolare sono state svelate le immagini di Armida Barelli e don Mario Ciceri, ai lati del tabernacolo, e sono state portate all’altare le loro reliquie.
L’Arcivescovo ha poi aggiunto a sorpresa un piccolo annuncio personale: «Ho deciso che celebrerò il mio onomastico non più il 19 gennaio, ricordando san Mario, martire del terzo secolo; lo celebrerò invece il 14 giugno, memoria del beato Mario Ciceri, un santo prete ambrosiano».