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In bici tra due continenti per (ri)vivere un viaggio storico

Giulia Baroncini, cicloviaggiatrice veneta, dopo aver letto il libro dell’avventura di Luigi Masetti, il primo cicloviaggiatore italiano ad aver pedalato da Milano a Chicago, ha percepito una forte connessione ed ha deciso di rivivere sulla sua pelle quella stessa voglia di libertà, raccontata nel libro “L’anarchico delle due ruote”.

Come hai avuto l’idea di intraprendere questo viaggio in bicicletta da Milano a Chicago?
Questa idea è nata dopo aver letto “L’anarchico delle due ruote” di Luigi Masetti, in un periodo in cui non riuscivo a riconoscermi nel mio lavoro, o più semplicemente, nella mia vita. Sono entrata in libreria per cercare risposte nella letteratura di viaggio che, da sempre, ha alimentato in me tanti pensieri positivi ed una gran voglia di mettermi in discussione. So bene che non si dovrebbe giudicare un libro dalla copertina ma, in questo caso, la parola anarchia mi ha folgorata poiché è la parola che meglio rappresenta il mio vivere la bici. Dopo aver letto più volte questa grande avventura dell’800, mi sono ripromessa di intraprendere lo stesso viaggio appena ne avrei avuto occasione. Purtroppo ho dovuto aspettare due anni prima di poter partire, ma oggi sono in sella e non vedo l’ora di macinare chilometri.

Parlami del libro, quali punti di contatto ci sono tra la vita di Masetti e la tua?
C’è un forte parallelismo tra le nostre vite: è nato a Trecenta (Rovigo) esattamente come i miei nonni, parliamo le stesse lingue, abbiamo entrambi lavorato negli hotel ed entrambi ci siamo innamorati della bici e del concetto di libertà che solo questo mezzo riesce ad esprimere. Terminata la lettura, mi sono detta: è esattamente l’avventura di cui ho bisogno.

Cos’è e perché hai scelto il BAMEurope come prima tappa del tuo viaggio?
Il BAM è il raduno annuale dei viaggiatori in bicicletta, forse il più importante evento dedicato al cicloturismo a livello Europeo. Inizialmente ho pensato di partire il 15 Luglio, lo stesso giorno in cui è partito Masetti. Poi, ho pensato che sfruttare un mese in più di viaggio non sarebbe stata una brutta idea ed avendo già il biglietto per l’edizione mantovana del Bam, ho deciso di prendermi una licenzia poetica ed iniziare invece da una tappa simbolica, l’evento più rappresentativo per i cicloviaggiatori moderni.

3. Quali tappe seguirai nella parte europea del viaggio e quali invece nella parte americana?
Nella parte Italiana del viaggio partirò dal Polesine, raggiungerò il Bam a Mantova per caricarmi di energie positive ed incontrare alcuni tra i più grandi viaggiatori italiani; entrerò a Milano per sistemare alcuni dettagli della mia bici ed in fine la città di Como, dalla quale inizierà la mia avventura per valicare le Alpi.
Proseguirò poi attraverso Francia, Germania, Belgio per poi giungere a Londra, attraverso la rete ciclabile Eurovelo che proprio quest’anno compie 25 anni.
Atterrerò nel continente americano a New York dove riassemblerò la bici, così da potermi poi dirigere verso Albany, Buffalo, costeggerò il Lago Erie fino a Cleveland, Toledo, Chicago, Indianapolis, Columbia, Pittsburg, Washington e Philadelphia, per poi ricongiungermi a New York dove un Aereo mi riporterà a Londra. Da qui, tornerò sui miei passi e pedalerò verso casa, verso la conclusione del “Viaggissimo”.

Quanto durerà il tuo viaggio?
Il “Viaggissimo” dovrebbe durare 5 Mesi, con un ritorno previsto a Novembre.

Come si organizza un’avventura di questo tipo?
Un’Avventura di questo tipo è complessa da organizzare, ma non impossibile. Ho dovuto rileggere più volte il libro per comprendere se fosse ancora possibile ripercorrere lo stesso itinerario o, in alternativa, capire se fosse necessario riprogettarlo in alcuni tratti.
L’Anarchico è partito strappando una pagina dall’atlante ed è andato un po’ a naso, ma quelli erano comunque altri tempi. Oggi ho preferito rimanere fedele alle tappe del libro ma sfruttando tracciati più noti e adatti alla bici. Vorrei inoltre evitare di pernottare in strutture ricettive ma di sfruttare l’accoglienza delle persone del posto tramite App come Couchsurfing e Warmshawers. Qualora non dovessi riuscirci ho già pensato ad un piano B: userò una tenda da campeggio.

Hai pensato ad un budget per questo Cicloviaggio?
Escludendo i costi per la prenotazione dei voli che sono soggetti ad oscillazioni e può andare tanto bene come può andare tanto male, l’ESTA per poter entrare in America, l’assicurazione di viaggio per coprire ogni evenienza, ho stimato un budget di circa 20 euro al giorno. Nonostante la bici sia un mezzo di per sé potenzialmente economico, la difficoltà nell’organizzare un viaggio tra due continenti sta nel calcolare bene le spese perché, oltre ad esserci spese discretamente consistenti, può bastare un qualunque imprevisto per rimettere in discussione l’intero viaggio.

Che aspettative hai sull’America, c’è qualcosa che ti spaventa o ti motiva particolarmente?
L’America per me è una grande incognita. Non riesco a farmi un’idea precisa di ciò che potrebbe aspettarmi ed in tutta onestà, sto cercando di non pensarci. Mi baso tanto sui racconti di altri viaggiatori, su ciò che ho letto nei libri e su qualche rimando al mondo del cinema. Di mio, immagino solamente grandi distese di strade infinite.

Quali sono le tue aspettative emotive e personali per questo cicloviaggio? Cosa speri di ottenere da questa esperienza?
Non ho aspettative. Questo viaggio è nato da una folgorazione rispetto all’impresa incredibile di questo personaggio, del quale mi piace pensarmi come una reincarnazione, in qualche modo. Il “Viaggissimo” è il mio modo di festeggiare la scelta di abbandonare una vita in cui non ero più protagonista, in cui non riuscivo più a rispecchiarmi. Se c’è un messaggio che mi piacerebbe condividere con chi leggerà questa intervista è di imparare ad apprezzare la vita anche con qualche cambio di rotta, di imparare ad assumersi il rischio di essere felice.

Cosa pensi della bici come mezzo per viaggiare?
La bici è diversa da qualunque altro mezzo di trasporto. É diversa dall’auto, dal treno, dalla moto o da qualunque altra diavoleria su ruote. La bicicletta ha la capacità di far viaggiare le persone come se fossero in un’altra dimensione, mostrando loro dettagli del mondo che diversamente andrebbero persi. La stessa strada, percorsa a piedi o in bici, può risultare completamente diversa. Mi rendo conto che sia difficile da spiegare, purtroppo è un qualcosa che si percepisce solo pedalando. Sarebbe come spiegare l’America senza averla mai vista coi propri occhi, ci si può fare un’idea ma non si può andare oltre.

C’è un consiglio che vorresti dare alle ragazze e ai ragazzi che vorrebbero intraprendere un viaggio come il tuo?
Il miglior consiglio che ho è uno solo: parti! Se si ha l’idea di fare un viaggio, bisogna solo partire. Certo, come in tutte le cose, ci vuole anche un po’ di testa ed evitare di andare oltre le proprie possibilità fisiche, perché altrimenti potrebbe diventare un’esperienza poco piacevole. Se però si sente quell’irrefrenabile voglia di partire, bisogna farlo senza incastrarsi in se, però, ma, perché altrimenti non se ne esce o non lo si desidera veramente.

Quali prelibatezze non vedi l’ora di assaggiare lungo il viaggio?
Sono vegetariana e aimé non posso considerare l’America come un viaggio gastronomico. Sono più attratta dall’idea di far girare le ruote in un continente diverso dal mio, di arricchire gli occhi di paesaggi nuovi ed ascoltare le storie delle persone.

Quella di Giulia è la storia di due riflessi sul quadrante in vetro, di un orologio vintage. La prima storia è già stata scritta tra le pagine di un libro mentre, della seconda, sappiamo ancora poco poiché l’inchiostro è ancora fresco. Il filo conduttore di entrambe le avventure è un grande bisogno di assaporare la vita, in sella ad un mezzo senza tempo, talmente libero ed indipendente da poter sembrare anarchico.

Andrea Lamonica

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