«La Natura è il mistero servito vestito di materia e il bosco è il luogo dove regnano silenzio, spirito e diversità. Questi preziosi requisiti creano la condizione utile per incontrare me stesso attraverso luoghi lontano da tutti, un viaggio pandemico – spirituale dove tutto può accadere, dove nessun umano ne abbia stabilito le regole. Una condizione di Libertà ma senza comodità. Un valore assoluto, parametro stabile nella sua continua mutevolezza».
Verrà il giorno in cui se la specie uomo non imparerà a vivere in simbiosi con la Natura gli animali riprenderanno i loro spazi, anche laddove rimarranno ambienti a loro apparentemente ostili come le attuali o future città. Abbiamo assistito al ritorno del lupo appena fuori da Cremona, Lodi, Piacenza, addirittura nel centro di Milano dove uno proveniente dal Parco del Ticino è finito nell’acqua del Naviglio Grande e portato dalla corrente fino in Darsena impossibilitato a risalire le sponde in quanto murate… Mezzo morto è stato poi recuperato, curato e riportato in libertà.
Durante la clausura dell’ultima primavera si son visti cormorani, meduse e delfini nei canali di una Venezia dalle acque cristalline, cervi e daini in alcune città… Loro sono sempre a casa ovunque si trovino e non dobbiamo dimenticarlo…
Il tempo del mistero è la quarta mostra organizzata da Slow Lake Como e Slow Moon nella prestigiosa sede del Castel Baradello dopo “la Luna e il Medioevo” con le visioni di un medioevo onirico e fantastico di Marcella Chirico, “Between Dante and Rauschemberg” omaggio dell’artista Enrico Cazzaniga al grande pop artist americano, che ha visto anche l’esposizione integrale (e originale) delle litografia del “Dante’s Inferno” di Robert Rauschemberg e l’ultima, in ordine di tempo, quella di “Never been here/jamais ètè ici” di Fabrizio FAB Bellanca. Esibizioni dove tutti gli artisti riflettono con le loro opere del complesso delle relazioni tra essere umani e lo spazio che li circonda, urbano o naturale, materiale o immaginifico; nonché del rapporto uomo/natura.
Anche con questa mostra l’autore, Gabriele BUGA Buratti utilizzando una semantica sua propria declina il tema, sempre più attuale delle moderne metropoli; non-luoghi misteriosi e talvolta inquietanti, in cui le nostre anime si smarriscono e perdono i loro punti di riferimento. Anime perse nell’impenetrabile e fitta rete di realtà in continuo mutamento: grandi spazi di transito, di circolazione, di consumo, sempre più omologanti, in cui ognuno di noi diviene “uno, nessuno, centomila”, una maschera di solitudine.
Buga lavora su tavole di legno utilizzando un substrato di pittura murale su cui appone strati di pittura ad olio e lavorando con lame, carte vetrate, spugne, toglie il colore, lavorando per sottrazione, alla ricerca della perfezione del segno e nel tentativo di trovare quei colpi di luce, in contrasto con le ombre, che contribuiscono a caratterizzare un’atmosfera per lo più brumosa, densa di foschie tipicamente milanesi.
Pochi sono i colori, i bianchi e neri, le terre, le ruggini che costituiscono la cifra caratteristica dell’artista. Dall’impalpabilità delle tonalità scaturisce un lessico figurale assolutamente non mimetico, quanto piuttosto evocativo. L’iconografia urbana appare come un layout fotografico che traduce in quadro un reale privo però di una precisa connotazione temporale, costituendo piuttosto una proiezione dell’immaginario emotivo dell’autore. Lo spettatore si trova davanti a immagini realistiche che attingono ad un universo simbolista.
Le metropoli divengono simboli di un progresso continuo e prepotente, vittima delle leggi socioeconomiche di un capitalismo che ci ha resi dimentichi delle nostre autentiche radici e delle nostre esigenze più profonde. Ci siamo allontanati dalla natura, immergendoci in apparenti gabbie dorate che si sono rivelate soffocanti e opprimenti scenari, quasi apocalittici.
Gli animali simboleggiano il primitivo, il primordiale. Elefanti, rinoceronti, tigri, zebre, campeggiano al centro della scena in contrasto netto con il paesaggio antropizzato e piegato alle leggi del consumismo. La figura umane è assente ma sentiamo, in questo rituale sacro, una catarsi: siamo tutti braccati come animali selvaggi che non possono che perdersi in un contesto che non riconoscono, numeri fra numeri, azzerati dall’appiattimento di ogni valore, come lo sono le città deserte. Qui ritroviamo l’invito/monito nei confronti di una civiltà che va perdendo la propria stabilità, incapace di dar vita e volto ad uno sviluppo che sappia tener conto di una necessaria misura ed un indispensabile equilibrio.
Dalla lettura critica di Cristina Palmieri
Infologistiche
Il tempo del mistero – Gabriele “Buga” Buratti
Dal 21 ottobre 2022 al 15 gennaio 2023
La mostra è organizzata da Slow Moon Arts & Events – Openartelier e Galleria GALP
con la co-progettazione di Slow Lake Como e dell’Ente Parco Regionale Spina Verde.
Media partner CiaoComo
Inaugurazione 21 ottobre 2022 dalle ore 17:30 alle ore 22:00 (ingresso libero)
Special event: Franco Napoli “Soundscapes”ore 20:00
In occasione del vernissage al termine dell’inaugurazione della mostra il pianista Franco Napoli interverrà con le sue Improvvisazioni musicali sulle atmosfere e sensazioni dettate dai dipinti esposti dall’artista all’interno del Castello per un viaggio sonoro.
Franco Napoli (Lecco, 1974): pianista, compositore ed artista visuale. Compone musiche per teatro, video, teatro-danza, reading poetici; realizza laboratori di pittura con musiche eseguite dal vivo; mostre collettive e personali; è insegnante di pianoforte.
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Orari Visita:
sabato e domenica ore 9.30-18 (visite guidate ogni ora)
Castello Baradello di Como (Via Castel Baradello 5)
Contatti e prenotazioni: +39 3920279675 | Info@slowlakecomo.com
Biglietti Castello: https://bit.ly/3u0eKAZ
Gabriele BUGA Buratti
Il pittore Gabriele Buratti, in arte Buga, nasce a Milano. Dopo essersi laureato presso il Politecnico di Milano in Architettura del Paesaggio, lavora come architetto e designer. Decide poi di dedicarsi totalmente all’arte e alla pittura, sue grandi passioni iniziando a collaborare con Piero Fornasetti (scultore e scenografo italiano nome noto nel settore del design industriale del XX secolo).
Successivamente conosce Remo Brindisi – importante pittore italiano – che gli suggerisce di dipingere «come tu vedi, non quello che vedi». Buratti fa tesoro di questo insegnamento: la sua è un’arte tanto espressiva, concettuale e originale quanto diretta.
Riferimenti:
Slow Moon
https://www.facebook.com/SlowMoonEvent
https://www.instagram.com/slowmoonarts/
Slow Lake Como
https://www.facebook.com/slowlakecomo
https://www.instagram.com/slowlakecomo/
Ente Parco Regionale Spina Verde
https://www.facebook.com/spinaverde/
Openartelier
Galleria GALP
Gabriele Buga Buratti
http://www.gabrieleburatti.com/
Franco Napoli