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Il Museo Diotti di Casalmaggiore entra nell’Associazione Nazionale Case della Memoria Si tratta delle ‘stanze’ in cui l’artista visse dopo aver lasciato l’Accademia Carrara di Bergamo

Una nuova casa museo della Lombardia entra a far parte dell’Associazione Nazionale Case della Memoria. Si tratta del Museo Diotti a Casalmaggiore (CR), che entra nella rete come Casa della Memoria del pittore Giuseppe Diotti (1779-1846). Le odierne sale del Museo corrispondono infatti alle stanze in cui l’artista visse dopo aver lasciato l’insegnamento all’Accademia Carrara di Bergamo, affiancato nei suoi ultimi lavori da un gruppo di allievi locali. Proprio a partire da settembre il Museo è tornato a proporre l’apertura gratuita ogni prima domenica del mese.

«Siamo convinti che per ogni comunità sia importante riconoscere e valorizzare i personaggi illustri del proprio passato – commenta Marco Micolo, assessore alla Cultura e Turismo del Comune di Casalmaggiore -. Dall’inizio degli anni 2000 Casalmaggiore l’ha fatto col suo maggior pittore, Giuseppe Diotti, recuperando il palazzo che lui aveva abitato, allestendovi un museo civico che porta il suo nome e realizzando iniziative che hanno finalmente consentito di riconoscere il suo ruolo di protagonista della pittura ottocentesca, quanto meno per l’ambito Lombardo. Ora, attraverso l’adesione all’Associazione delle Case della Memoria, siamo orgogliosi che il nome e la casa di Giuseppe Diotti entrino in un circuito nazionale che punta a offrire ai visitatori esperienze coinvolgenti di conoscenza di tante personalità che, nei rispettivi ambiti, sono rappresentative del proprio tempo e sono in grado di far parlare la storia».

«Sono sicuro che questa nuova Casa della Memoria amplierà il raggio d’azione e arricchirà l’offerta culturale della nostra rete museale nazionale – commenta Adriano Rigoli presidente dell’associazione Nazionale della Memoria -. La casa ha partecipato con successo quest’anno alla seconda edizione delle Giornate Nazionali delle Case Museo dei Personaggi Illustri Italiani: siamo felici che abbia deciso di entrare a far parte della nostra rete».

«Abbiamo accolto con piacere la richiesta del Comune di Casalmaggiore di entrare nella nostra rete con la casa del pittore Giuseppe Diotti – aggiunge il vicepresidente dell’Associazione Nazionale Case della Memoria, Marco Capaccioli -. Un nuovo tassello nella preziosa ‘collezione’ di luoghi speciali che la nostra associazione rappresenta e che è costantemente impegnata a valorizzare attraverso iniziative sul territorio e online, come dimostra il recente restyling del nostro sito».

L’apertura del Museo ha restituito al palazzo quella vocazione espositiva e didattica che prese avvio quasi duecento anni fa proprio da Diotti, con il suo atelier e la sua ricca collezione di dipinti antichi e stampe. Il pittore acquistò il palazzo e lo fece ristrutturare dall’amico architetto Fermo Zuccari nel 1836. Il corpo principale del palazzo si affaccia su una via del centro storico di Casalmaggiore, e sviluppa due ali interne intorno ad un cortile, da cui si accede ad un più ampio giardino.

Oltre che attraverso alcuni elementi antichi d’arredo che suggeriscono l’atmosfera della casa, la presenza di Giuseppe Diotti è evocata dalle numerose opere dell’artista e da alcuni cimeli, quali il ritratto in marmo eseguito da Gaetano Manfredini, il progetto di ristrutturazione della facciata del palazzo e un fazzoletto di seta che reca la stampa del carme che la Comunità di Casalmaggiore gli dedicò quando decise di tornare in patria, e alcuni pezzi della sua gipsoteca.

Il progetto museologico, oltre a testimoniare le diverse fasi della produzione artistica di Diotti e a documentare il suo metodo di lavoro rigorosamente improntato ai principi accademici neoclassici, ha inteso approfondire il tema dell’atelier anche per quanto riguarda la sezione novecentesca: qui sono stati infatti ricostruiti – grazie alla donazione, da parte degli eredi, di arredi, attrezzi e oggetti d’affezione – gli studi di alcuni significativi artisti del territorio, fra cui Goliardo Padova, Ercole Priori, Palmiro Vezzoni e Tino Aroldi.

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