Quale futuro per i media locali tra nuove tecnologie e crisi di mercato. Il tema è stato al centro di un convegno, a cura del Corecom Lombardia, dal titolo “Stati generali dell’informazione in Lombardia. Analisi e prospettive per il futuro dei media locali” che si è svolto questa mattina a Palazzo Pirelli, realizzato in collaborazione con PoliS Lombardia.
“Il settore dei media locali è in crisi ma non è tutta colpa di internet. Riconoscere il ruolo strategico della informazione di prossimità è il vero nodo da sciogliere perché non c’è democrazia senza libera informazione, ancora di più quando si tratta di piccoli territori. Bene, dunque, le iniziative che analizzino il contesto: a queste però devono far seguito sforzi collettivi a tutela del settore. Il Corecom, in questo senso, si conferma anello di congiunzione tra gli interessi degli operatori e le istituzioni regionali” ha sottolineato Cesare Gariboldi, Presidente del Corecom Lombardia, che ha introdotto e moderato il convegno.
A portare i saluti istituzionali è stato il Presidente del Consiglio regionale della Lombardia Federico Romani: “La prima sfida da affrontare è quella di tutelare la figura del giornalista, perché solo il giornalista può garantire un’informazione corretta attraverso il rispetto della “verità sostanziale dei fatti” che è uno dei pilastri della democrazia di un Paese. I media locali raccontano storie che ci appartengono. Questa è la loro forza. Ma non solo. Il pluralismo locale ha un forte impatto sulla partecipazione politica ed economica a livello locale. Pertanto, un declino o addirittura la scomparsa dei media locali può condurre a forme di disimpegno”.
Nel corso dell’iniziativa, una selezione di esperti del settore dell’industria dei media locali, insieme a ricercatori di PoliS-Lombardia e rappresentanti istituzionali, ha affrontato i cambiamenti in atto nel settore dell’informazione regionale – radio, Tv, carta stampata, agenzie di stampa, edicole e distribuzione – approfondendone le criticità e le prospettive.
Sono intervenuti Fulvio Matone, Direttore generale di PoliS Lombardia; Fulvio Scarpino, Vice Coordinatore Nazionale Corecom e Presidente del Corecom Calabria; il Commissario AgCom Massimiliano Capitanio; Marco Gambaro, Professore Associato di Economia dei Media ed Economia applicata presso l’Università degli Studi di Milano; Marianna Sala, Avvocato e Vice Presidente del Corecom Lombardia; Veronica Cella, Avvocato e Componente del Corecom Lombardia; Antonio Dal Bianco, Coordinatore senior per progetti di ricerca, formazione e supporto tecnico scientifico presso PoliS-Lombardia; Sabrina Giangualano; Responsabile commerciale CR1 Communications SRL; Luca Levati, Direttore di Radio Lombardia.
Il seminario è stato inoltre l’occasione per presentare i risultati di una ricerca, condotta dall’Istituto PoliS-Lombardia e commissionata dal Corecom Lombardia, che sintetizza in forma compiuta e ragionata gli spunti emersi nel corso degli “Stati generali dell’informazione in Lombardia”, tre giorni di incontri tematici organizzati dal Corecom nel settembre 2024 a Palazzo Pirelli.
Dall’insieme degli interventi agli incontri tematici è emerso come l’organizzazione prevalente del mercato informativo locale sia costruita attorno alle provincie: sia in termini di informazione locale che in termini di mercato pubblicitario, non hanno la regione come riferimento geografico, bensì il loro bacino territoriale.
Radio e televisioni con lo sviluppo del DAB e con la separazione tra editore e gestore di rete diffondono adesso il loro segnale attraverso dei MUX gestiti da operatori di rete che nel caso della Lombardia diffondono il segnale su tutta la regione o su porzioni multi provinciali del territorio. Esiste dunque la possibilità tecnica di allargare il mercato di riferimento, ma nessuna emittente ha manifestato l’intenzione di farlo, a conferma del fatto che sotto il profilo economico la provincia costituisce sempre il tipico mercato di riferimento.
Quasi tutti gli operatori esprimono però preoccupazione per la riduzione del mercato sia sul lato pubblicitario che sul versante editoriale.
In particolare il commercio elettronico e lo sviluppo delle grandi superfici spingono alla chiusura molti esercizi commerciali tradizionali che costituiscono il consolidato bacino pubblicitario dei mezzi locali. La stessa tendenza si presenta sul lato editoriale che si traduce in una riduzione degli ascolti di radio e televisioni medie, e in una riduzione delle copie per i quotidiani e i periodici locali.
Negli ultimi quindici anni i quotidiani, per i quali esiste una rilevazione consolidata, hanno perso oltre metà delle copie vendute. Sebbene il calo sia stato meno pronunciato rispetto a quello dei quotidiani nazionali, rappresenta comunque un significativo ridimensionamento che ha costretto a contrarre i costi fissi, con ripercussioni innanzitutto sulle redazioni.