In occasione della Giornata contro la violenza sulle donne, l’Unione degli Studenti Lombardia ha organizzato “due giorni di rumore” nelle scuole di tutta la Lombardia.
Diverse le modalità di attivazione tra discorsi, striscioni, flash-mob rumorosi e cortei interni alle scuole. Moltissimi istituti hanno partecipato all’iniziativa: il Virgilio, il Bottoni, il Leonardo, il Vittorini e molti altri ancora a Milano, il Carlo Porta a Monza, il Manzoni e il Bertacchi a Lecco, il Gambara a Brescia e il Candiani a Busto Arsizio solo per citarne alcuni. Gli studenti e le studentesse puntano il dito contro il sistema patriarcale e portano richieste di cambiamento concrete delle loro scuole.
“Abbiamo deciso di raccogliere l’appello di Elena, sorella di Giulia Cecchettin, a non restare in silenzio di fronte alla violenza di genere ma anzi a fare più rumore possibile, e lo abbiamo fatto mobilitandoci in moltissime scuole della regione” dichiara Sara De Vecchi dell’UdS Lombardia. “Quello di Giulia è l’ennesimo caso di femminicidio direttamente causato dalla società patriarcale in cui viviamo, e che il nostro sistema scolastico contribuisce a mantenere e a replicare. Noi invece crediamo che la scuola dovrebbe avere, anche in questo caso, un ruolo trasformativo nei confronti dell’intera società, e che esistano delle azioni concrete per poterlo fare”.
“La nostra prima richiesta è quella dell’introduzione di un’educazione sessuale, all’affettività e al consenso, che sia obbligatoria, costante e non eterocisnormata” dichiara Lux Callari dell’UdS Lombardia: “Nulla a che vedere con la proposta di “educazione al rispetto” del Ministro Valditara, totalmente inadeguata in quanto facoltativa, sporadica e condotta senza alcuna presenza di esperti, oltre che scritta senza la minima consultazione con noi studenti. Inoltre, crediamo che per tutelare ogni soggettività sia necessaria l’approvazione in tutte le scuole di Codici Antimolestie e Carriere Alias, insieme all’istituzione di consultori scolastici in ogni istituto”.