IKEA compie 35 anni in Italia. Oggi quando vogliamo acquistare un nuovo pezzo di arredamento o una specialità svedese è facile pensare al brand blu e giallo. Ma nel 1989, anno in cui IKEA arrivò per la prima volta alle porte di Milano, fu una vera e propria novità per il Paese, capace di influenzare non solo l’abitare ma anche le abitudini di acquisto di generazioni di italiani, grazie ai suoi prodotti di design democratico, belli, a buon prezzo e decisamente nuovi per linee e modelli.
IKEA ha introdotto un modello di business e di vendita innovativo: un rito che iniziava dallo sfoglio del catalogo, inviato ogni anno nelle case di migliaia di clienti e diventato un vero e proprio oggetto da collezione, al percorso nei negozi, dove trovare ispirazione e acquistare direttamente i mobili da montare casa, facilmente trasportabili grazie all’imballaggio nel pacco piatto. “Noi facciamo la nostra parte, tu fai la tua. Insieme risparmiamo” era il motto del fondatore Ingvar Kamprad e gli italiani, esperti o meno del fai-da-te, l’hanno preso in parola, dichiarando da subito il loro affetto per gli svedesi del mobile.
Da allora IKEA in Italia ha venduto 1 milione e mezzo di librerie BILLY, oltre 1 milione di sedie POANG, e servito più di mezzo miliardo di polpette svedesi. L’Italia rappresenta il quinto mercato al mondo per il brand, con quasi 8.000 co-worker e una presenza capillarizzata sul territorio con 41 negozi – dalle iconiche “scatole blu” ai più recenti Plan & Order Point – che hanno accolto nell’ultimo anno oltre 40 milioni di visitatori. Un incontro tra due mondi, quello svedese e italiano, giocato su contrasti e affinità destinate a contaminarsi a vicenda. Le brugole o le borse FRAKTA blu porta-tutto sono solo alcune delle piccole, nuove, abitudini quotidiane che si sono integrate nella cultura di un Paese che ha imparato ad apprezzarne la praticità, grazie a soluzioni in grado di semplificare le sfide della vita domestica.
Negli anni Novanta, per comprendere meglio le necessità del Paese, iniziano le prime Home Visits, vere e proprie visite nelle case delle persone, grazie alle quali IKEA ha cercato da subito di conoscere da vicino come vivono gli italiani, indagando i desideri e i bisogni della quotidianità domestica di grandi e bambini. IKEA ha così scoperto per esempio che le ciotole per la zuppa, di uso comune nelle cucine nordiche, non facevano parte degli accessori della nostra tavola e ha deciso di introdurre nel suo range anche i piatti fondi, più adatti per la pasta.
Negli stessi anni, inoltre, nasce l’IKEA dei piccoli: una collezione rivoluzionaria per l’epoca, interamente dedicata ai bambini, sviluppata secondo il Reggio Emilia Approach, una filosofia educativa nata in Italia, basata sull’idea che i bambini abbiano diritti ben definiti e crescano meglio in un ambiente che stimola l’apprendimento autonomo e la relazione con gli altri. Anche i negozi sono sempre stati pensati a misura di famiglia e offrono spazi gioco come gli SMALAND, dove i più piccoli possono divertirsi nelle piscine di palline, menu per bambini, fasciatoi nei bagni delle donne e degli uomini, angoli allattamento, aree per scaldare le pappe e seggioloni nell’area ristorante.
Ispirata dalla visione “creare una vita migliore per la maggioranza delle persone”, IKEA ha saputo nel tempo rinnovarsi per rispondere alle esigenze di una popolazione sempre più urbana, con città più grandi e spazi domestici più piccoli, promuovendo al contempo un’idea di società equa, inclusiva, per la quale diventa ancora più centrale l’attenzione alle persone e al pianeta. Nasce così nel 2006 il progetto nazionale “Un posto da chiamare casa”, tramite il quale, in collaborazione con associazioni e istituzioni locali, sono stati realizzati oltre 800 progetti sociali di accoglienza abitativa a supporto delle persone più fragili. Nel 2012 viene introdotta per la prima volta una policy dedicata ai co-worker LBGT, che estende alle coppie dello stesso sesso i benefit aziendali riservati dalla legge italiana solo ai dipendenti etero sposati e alle coppie di fatto, ampliati nel 2023 anche alle persone transgender.
L’Italia è diventata il luogo ideale anche per sperimentare nuove modalità a basso impatto per portare il design democratico vicino alle persone. E così oggi nelle principali città le consegne al piano sono a zero emissioni, grazie all’utilizzo di una flotta di veicoli 100% elettrici. E gli store diventano hub di sostenibilità, grazie al servizio Riporta e Rivendi, attraverso il quale da più di 10 anni è possibile riportare i mobili usati in negozio, e agli Angoli della Circolarità, nuovi spazi dedicati al recupero dei prodotti per favorire l’adozione di comportamenti virtuosi sul fine vita dei mobili, rimessi in circolo ad un prezzo ancora più accessibile.