Il direttore generale della filiale milanese della Banca d’Italia Giorgio Gobbi: “Le restrizioni in Ue sono un grosso problema per le imprese lombarde”
Anche se i dati dell’economia lombarda sono buoni e preludono a una ripresa “di lungo periodo” della manifattura, le nuove restrizioni, che in Italia sono ancora in forse ma nel Nord Europa si stanno già avverando, mettono in forse gli investimenti delle imprese regionali. E’ questo il quadro tracciato dal direttore generale della filiale milanese della Banca d’Italia Giorgio Gobbi: “La situazione pandemica, almeno in Europa se non in Italia, sta diventando molto preoccupante”, spiega alla ‘Dire’.
Dunque, “vista la forte dipendenza dell’economia lombarda dalle esportazioni, che in parte ma non solo sono dirette in Europa”, questo “potrebbe essere un elemento che porta a riconsiderare qualche piano di investimento”. Insomma, la Lombardia più di altre regioni subisce i riverberi della crisi continentale. Questo può essere un nuovo parametro da inserire nelle analisi di andamento. “E’ un elemento di incertezza che non abbiamo colto quando abbiamo scritto questo rapporto” riconosce Gobbi, e “in questo momento non siamo ancora in grado di fattualizzarlo”.
D’altronde ad ottobre, quando Bankitalia ha ultimato la stesura del report, la situazione era molto diversa. Il problema è che “se succede qualcosa nel Nord Europa, ed è un fattore di rischio che leggiamo su ogni quotidiano, come le restrizioni in Germania e in Austria”, è un grosso problema per le imprese lombarde. Queste restrizioni “anche se non incidono materialmente negli scambi” secondo Gobbi possono infatti “incidere sulle aspettative”.
Un incidente sul percorso positivo intrapreso dall’economia lombarda, che secondo il report di Banca d’Italia segna un +7% del Pil confrontando i primi sei mesi di quest’anno con gli stessi del 2020, dando segnali di ripresa consistenti da parte della manifattura e dell’edilizia regionale. “Per quanto riguarda manifattura, edilizia e alcuni comparti dei servizi, i livelli produttivi sono superiori rispetto al 2019”, osserva il dg del comparto milanese.
Anche l’export ha tirato, e questo si lega al discorso principale sulle influenze estere. “Il dato delle esportazioni è altrettanto importante- sottolinea- in linea col dato nazionale”. A questo si accompagna la ripresa dell’occupazione, che nel primo trimestre ha patito le restrizioni vigenti. Su questo ha inciso per Gobbi “il graduale ritorno verso condizioni di normalità del mercato del lavoro”. Infatti, “a partire dal secondo trimestre l’occupazione ha cominciato a crescere ed è cresciuta pure la partecipazione al mercato del lavoro”.
Scendendo nell’analisi dei vari settori, il direttore della filiale lombarda di Banca d’Italia sintetizza: “L’edilizia va molto forte, ma lo stesso vale per alcuni comparti della manifattura”. Insomma, occorre forse considerare più importante la ripresa manifatturiera in quanto “il 60% delle imprese del settore edile hanno beneficiato degli incentivi”, anche se “incentivi così generosi- avverte- non dureranno in eterno”. Quella della manifattura è invece per Gobbi “una crescita autosostenuta, e le imprese lombarde sono molto competitive sul mercato globale”. Ecco perché “darei più enfasi alla manifattura che all’edilizia”, ribadisce.
L’evidenza che ci si trovi di fronte a un rilancio della produttività territoriale comporta dunque una certa sicurezza nel guardare un pur incerto orizzonte, ragionando sempre su possibili imprevisti lungo il sentiero. Se ad esempio la quarta ondata dovesse rivelarsi poco più di una turbolenza, come evidenzia il dg di Bankitalia Milano ci sono ottime prospettive, perlomeno a livello locale. “In Lombardia siamo partiti dopo con la ripresa, ma se a livello nazionale nel terzo trimestre si vede già un rallentamento- puntualizza- noi ci aspettiamo di continuare a crescere abbastanza forte”. Insomma, nel caso la quarta ondata andrà comunque a pesare sul quarto e ultimo trimestre dell’anno, ma è obbligatorio ragionare per ipotesi.
“CASA, MILANO SCALPITA: +50% DI COMPRAVENDITE SUL 2020“
Il mercato immobiliare di Milano sembra proprio scoppiare di salute. Lo spiega alla ‘Dire’ Giorgio Gobbi, il direttore generale della filiale meneghina della Banca d’Italia, che ieri ha presentato il rapporto congiunturale sull’economia lombarda.
“L’edilizia va molto forte nella zona di Milano, dove le transazioni immobiliari per il residenziale sono aumentate del 50%“, afferma. Certo “è vero che il confronto è con un periodo molto depresso dell’anno scorso (i primi sei mesi del 2020, ndr)”, ma il settore scalpita: “Sono saliti i prezzi delle abitazioni, e il dato non riguarda tutta la Lombardia- specifica Gobbi- ma solo Milano”.
D’altronde, la crescita dell’indebitamento delle famiglie va considerata in questa cornice: “C’è un aumento dei mutui non esagerato, ma intorno 3-4%, che è compatibile con la ripresa del mercato immobiliare”, spiega il dg della filiale milanese. Oltre a questo, Gobbi fa notare come sia presente una ripresa più leggera del credito per l’acquisto di beni mobili: “La crescita è soprattutto sui mutui”, sottolinea, anche se “c’è poi un incremento, seppur non fortissimo e non ai livelli del periodo pre-crisi, del credito al consumo. Questo- osserva- è coerente con la ripresa del clima di fiducia delle famiglie”.