Saranno gli archi dell’orchestra ungherese MAV a inaugurare lunedì 13 giugno la stagione estiva del Teatro Maggiore di Verbania, con un suggestivo programma anticipato al Teatro Dal Verme di Milano domenica 12. In apertura sarà eseguito il Walzer per orchestra d’archi di Aldo Finzi, celebre compositore di origine ebraica a cui, negli anni Trenta le leggi razziali fasciste preclusero una piena vita artistica, seguito da Crisantemi di Giacomo Puccini, brano appassionato il cui tema risuona anche nella Manon Lescaut, e, per Milano, dalla Serenata per Archi di Petr Ilich Tchajkovsky, un caposaldo della letteratura musicale. A Verbania sarà invece eseguita la Serenata di Dvorak.
E per la riscoperta della figura del compositore Aldo Finzi si è impegnata negli ultimi anni l’associazione Accademia Finzi, che ha sede presso il teatro Maggiore di Verbania, sotto l’egida della società Ace e dell’agenzia Wec Hungary, uniti nell’intento di far conoscere la figura e la musica del grande compositore negli istituti musicali d’Italia e del mondo. Il primo dicembre 2012 è stata eseguita al Teatro Gaetano Donizetti di Bergamo, in prima mondiale, l’opera “La serenata al vento”. Nel 2017, a dicembre, è stato eseguito un concerto alla Carnegie Hall di New York, seguito da quello del novembre 2018, al quale partecipò come guest star Plácido Domingo. Le sue composizioni – ricordava il nipote in una recente intervista – viaggiano dall’Europa al continente americano, fino all’Asia: “una bella rivalsa a scapito di chi nel ’38 ha voluto soffocare, da un punto di vista umano e artistico, la sua figura, condannandola al dimenticatoio”.
IL PROGRAMMA
Il Valzer di Aldo Finzi apre il concerto con un’intensa leggerezza, intrisa di speranza: smentite entrambe dal destino individuale dell’artista, ma giunte fino a noi vive e palpitanti.
Segue Crisantemi di Puccini, in origine per quartetto d’archi, con una scrittura articolata e piena di indicazioni agoniche e dinamiche, caratteristica questa dei compositori vissuti a cavallo fra Ottocento e Novecento. Puccini utilizzò il tema anche nei momenti più salienti della Manon Lescaut.
La Serenata per archi di Tchajkovsky, che chiude il breve ma intensissimo programma di Milano, è un caposaldo della letteratura musicale. Le sue numerose e interessantissime articolazioni di colore, di intensità e i rimandi culturali, così come i riferimenti alle arti figurative coeve, rappresentano una sfida non solo tecnica, ma anche culturale per tutte le orchestre.