“A fine settembre alla veneranda età di 84 anni andrò in pensione, fino ad allora mi troverete qua”. Sono queste le prime parole di Giuliano Amato neoeletto all’unanimità questa mattina presidente della Consulta. Per l’occasione, l’ex presidente del Consiglio ha risposto ad alcune domande dei giornalisti toccando parecchi temi. Su tutti, il Quirinale, in particolare la votazione diretta del Capo dello Stato invocata da qualcuno. Una misura, secondo Amato, che pur presentando benefici “non può essere vista come qualcosa che da sola si innesta in un sistema lasciandolo così com’è”.
Quindi la parità di genere: “C’è un grande lavoro da fare- ha detto sferzante- continuiamo a vedere la donna dalla cintola in giù. Noi maschi abbiamo di che vergognarci”. Per il presidente della Corte Costituzionale prioritario resta anche il tema del sovraffollamento nelle carceri ritornato dirimente dopo un provvisorio calo dei numeri. “Se ci venisse riproposta una questione su questo tema- ha chiosato- ci troveremmo di fronte alla responsabilità di affrontarla”.
Infine, i rapporti tra Consulta e Parlamento: “A volte dopo un nostro intervento, aspettiamo quello del Parlamento per colmare il vuoto che si è creato. Noi indichiamo al Parlamento come intervenire, ma se non lo fa, rimaniamo in questa situazione. Fatto sta che dal cognome della madre e del padre, all’ergastolo ostativo, al suicidio assistito noi rimaniamo con le nostre soluzioni, che sono corrette ma saremmo molto più contenti se fossero seguite da un intervento del Legislatore”.
fonte agenzia Dire.it