Spazio Espositivo Cascina Roma
San Donato Milanese, Piazza delle Arti
Fino al 14 gennaio 2025
Ingresso libero
Orari di apertura al pubblico
Sabato 11 gennaio 09.00-12.30 / 14.30-18.30
Domenica gennaio 10.00-12.30 / 15.00-19.00
Lunedì 13 e martedì 14 gennaio 09.00-18.30
Finissage con visita guidata
Martedì 14 gennaio ore 17
Informazioni al pubblico
02.52772409
Termina martedì 14 gennaio con una visita guidata gratuita alle ore 17 insieme all’artista la mostra fotografica di Roberto Rognoni “Ancora mi sorprendo in svolgimento degli spazi espositivi di Cascina Roma a San Donato Milanese.
Il titolo Ancora mi sorprendo, che è anche quello del libro-catalogo che accompagna la mostra, rappresenta un viaggio nella poetica di Roberto Rognoni attraverso 70 fotografie suddivise in dieci capitoli, suggerendo lo spirito di continua scoperta e meraviglia che da sempre caratterizza il suo lavoro fotografico. Un’occasione rara per poter entrare nell’universo visivo di Roberto Rognoni, fatto di gesti, sguardi, architetture e storie umane, restituendo la complessità di un percorso creativo che si interroga costantemente sui rapporti tra il reale e la sua rappresentazione visiva. Una mostra che non solo celebra la storia di un fotografo, ma invita il lettore a riflettere sulla fotografia come memoria, scoperta, testimonianza e sperimentazione.
Uno degli aspetti più significativi dell’arte fotografica di Roberto Rognoni, nato nel 1943 a Cittiglio in provincia di Varese ma residente a San Donato Milanese, è la capacità dell’autore di catturare i cambiamenti del contesto urbano, documentando come l’industrializzazione abbia trasformato il paesaggio e la vita dei suoi abitanti tra il dopoguerra e gli anni Settanta. Rognoni osserva il vecchio mondo rurale che va scomparendo e, con esso, i gesti e i volti dei suoi abitanti. Le sue fotografie offrono quindi non solo una documentazione storica, ma anche una testimonianza emotiva, in cui l’essere umano e il suo ambiente si fondono in un racconto visivo intenso e intimo.
In mostra, così come nel libro, si nota anche l’interesse dell’autore per la rappresentazione delle dinamiche sociali, che trovano espressione in momenti di aggregazione, di impegno civile e nelle manifestazioni popolari. La sua vena documentativa ed etnografica riappare ad esempio nelle immagini dei gitani durante la festa di Saintes-Maries-de-la-Mer in Provenza, dove l’autore riesce, ancora una volta, a trasmettere la forza e la vitalità di un evento partecipato.
Altro tema che delinea profondamente l’architettura fotografica di Roberto Rognoni e che emerge con forza è il suo legame con il teatro, soprattutto con quello di ricerca degli anni Settanta a Milano che accoglieva le più importanti compagnie teatrali internazionali. Rognoni, che dal 1994 fino al 2017 è stato fotografo ufficiale di diverse compagnie teatrali italiane, a partire da “Quelli di Grock” di Milano, e attraverso le foto di scena cattura la potenza visiva ed espressiva delle diverse rappresentazioni, valorizzando l’espressività dei corpi e la forza delle atmosfere, senza trascurare mai l’emozione del momento.
L’ultima parte del libro rivela una dimensione più concettuale della sua fotografia, in cui esplora temi quali la memoria, il tempo e la condizione umana, rappresentati attraverso metafore visive e composizioni minimaliste. In queste pagine, Rognoni svela una vena creativa che va oltre il mero realismo documentaristico, avvicinandosi a un linguaggio simbolico e riflessivo. L’uso del manichino, della statua e delle figure frammentate è una modalità per rappresentare la vita e la morte, i sogni e le incertezze, il passaggio del tempo che emerge nell’ultimo capitolo, dove l’autore si avvale della storia raccontata in un audiovisivo per esprimere lo scorrere della vita in immagini stratificate e intime.