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Edilizia e costruzioni, rapporto Ance-Unioncamere, settore torna a crescere dopo il calo ddel 5,7% del 2020

Crescita significativa del volume d’affari per le imprese delle costruzioni ed edilizia. Secondo i dati di Unioncamere Lombardia relativi al primo trimestre del 2021, le aziende registrano una significativa crescita del volume d’affari: la variazione è del +10,1% rispetto allo stesso periodo del 2020, segnando una netta tendenza positiva. Anche se il dato si confronta con i valori molto bassi del periodo nel quale c’erano i primi effetti del lockdown (primo trimestre 2020), testimonia la buona reattività del settore dopo un anno difficile.

Lo stato di salute del comparto è confermato dal confronto con i livelli pre crisi da Covid-19: l’indice del volume d’affari mostra infatti un incremento del +5% rispetto alla media del 2019, evidenziando come il settore abbia recuperato le perdite dell’anno scorso e rappresenti un importante driver per tutta l’economia regionale.

Le aspettative degli imprenditori per il prossimo trimestre confermano il miglioramento del clima di fiducia: il saldo tra previsione di crescita e diminuzione si attesta al +11,5, tornando in territorio positivo – come non accadeva dal 2019 – e toccando uno dei valori più elevati della serie storica.

“Le imprese lombarde delle costruzioni stanno mostrando una grande capacità di reazione, dopo essere state colpite duramente nella prima fase dell’emergenza sanitaria – ha dichiarato il Presidente di Unioncamere Lombardia Gian Domenico Auricchio – la pandemia ha ridefinito le esigenze abitative e la casa sta assumendo una rilevanza crescente nelle priorità delle persone, mentre diventa centrale il tema della riqualificazione energetica degli edifici. L’edilizia può davvero fare da traino per l’economia lombarda, grazie all’effetto moltiplicatore sull’intera filiera.”

“Le rilevazioni di Unioncamere Lombardia confermano il momento positivo che il settore lombardo delle costruzioni sta attraversando”, conferma il Presidente di ANCE Lombardia, Tiziano Pavoni.

“Dopo lunghissimi anni di crisi le imprese iniziano a vedere un mercato finalmente reattivo, un mercato che ha saputo cogliere le opportunità offerte dalle Istituzioni regionali a nazionali che, con spirito anticiclico, hanno approntato strumenti di supporto della domanda sia pubblica, sia privata. Tuttavia – prosegue Pavoni – la positiva prospettiva per i prossimi mesi rischia di infrangersi contro alcune delle criticità, prima fra tutti il caro materiali, principale problematica che va risolta con urgenza; ma bisogna anche intervenire prorogando o, ancora meglio, mettendo a sistema gli incentivi fiscali e avviando una radicale riforma del Codice dei Contratti pubblici, così da agevolare la realizzazione delle opere previste dal PNRR”.

A consuntivo nel 2020 si è rilevata una perdita complessiva del -5,7% del volume d’affari delle imprese edili in Lombardia, con il primo calo dopo 5 anni di crescita del settore. Anche se l’impatto della pandemia è stato pesante nella prima metà dell’anno, quando molti cantieri hanno ridotto l’attività nel rispetto delle misure di contenimento (-9,3% e -16,9% le variazioni tendenziali dei primi due trimestri), nella seconda parte dell’anno scorso le imprese hanno recuperato rapidamente i livelli di attività.

Sono i principali risultati che emergono dalle analisi diffuse per la prima volta da Unioncamere Lombardia in collaborazione con ANCE Lombardia, che derivano dalle indagini congiunturali realizzate su questo settore rilevante dell’economia regionale.

Il valore aggiunto generato dal settore edilizia e costruzioni in Lombardia è di oltre 14 miliardi di Euro (una quota del 3,9% sul totale di valore aggiunto prodotto dalla regione), con 130 mila imprese attive nel 2020 che occupano complessivamente 290 mila addetti. La forza lavoro è stabile rispetto al 2019 e rappresenta il 7% del totale di lavoratori impiegato dalle imprese lombarde, con punte che superano il 10% nelle province di Bergamo, Pavia, Sondrio e Lodi.

L’indagine ha approfondito l’impatto della pandemia sulle imprese, mostrando come l’emergenza sanitaria abbia rallentato la propensione a investire: il 26,3% del campione ha infatti dichiarato di aver realizzato investimenti nel 2020, a fronte del picco del 36,1% che si era registrato nel 2019. Nonostante la frenata, il dato non è lontano dai livelli del biennio 2017-2018 e testimonia la volontà degli imprenditori di farsi trovare pronti a un possibile incremento della domanda e non rischiare che l’emergenza sanitaria si traduca in una perdita di capacità produttiva e d’efficienza dell’impresa. Le motivazioni prevalenti delle imprese investitrici riguardano infatti l’incremento della capacità produttiva (32,5%) e il rinnovamento di impianti obsoleti (28,8%).

Le risposte fornite dagli imprenditori nell’ultima rilevazione (aprile 2021) mettono inoltre in luce un netto miglioramento rispetto alla situazione dichiarata a luglio 2020: la percentuale di imprese che non riporta effetti negativi dovuti al Covid-19 sale dal 14% al 41%, mentre diminuisce la quota di imprese che dichiarano perdite recuperabili entro l’anno (dal 32% al 17%), in tempi più lunghi (dal 31% al 26%) o non recuperabili affatto (dal 21% al 14%). Rimane fortunatamente minoritaria la quota di imprese per le quali la prosecuzione dell’attività è a rischio (2%).

Tra le conseguenze negative della pandemia segnalate dagli imprenditori, diminuiscono nel 2021 le criticità legate alla domanda e agli ordini dei clienti, quelle legate alle limitazioni imposte all’attività e i problemi finanziari e di liquidità. Cresce anche la quota delle imprese che non segnalano particolari problemi o dichiarano di averli risolti (dall’11% al 21%). In questo quadro di evoluzione positiva emergono evidenti problemi di approvvigionamento e organizzazione, che vengono segnalati da un imprenditore su 5 e risultano in forte crescita (dal 5% al 19%). La rapidità della ripresa della domanda mondiale sta generando tensioni sui mercati delle materie prime e dei semilavorati, causando forti rincari e difficoltà di reperimento dei materiali anche nella filiera edile.

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