L’importanza dell’approccio olistico nella medicina generale
Da sempre ho interpretato la professione di medico di base come un cammino accanto al paziente nei vari momenti della sua vita. Il nostro lavoro è spesso caratterizzato da situazioni in cui i pazienti manifestano lacune nel loro benessere psico-fisico, in quanto tendono a rivolgersi a noi per ottenere aiuto in quei momenti difficili. Tuttavia, vedo il ruolo del medico come ben più complesso della semplice prescrizione di farmaci.
Immaginatevi quando vi rivolgete a professionisti come avvocati o architetti: raramente otterrete una soluzione immediata. Invece, studiano con cura ogni passo per arrivare a un risultato soddisfacente, confrontandosi spesso con voi durante il percorso. Eppure, dai medici, si aspettano diagnosi immediate e terapie subito efficaci.
Non funziona proprio così, o almeno non per un medico che tiene veramente a cuore l’interesse dei propri pazienti. A meno che i sintomi non siano subito evidenti, insieme alle cause, e richiedano una terapia specifica (come le placche in gola curate con antibiotici e fermenti lattici per ripristinare la flora intestinale), la realtà è che spesso bisogna prescrivere una serie di esami, che possono risultare anche inutili.
Lo stesso accade con i medici specialisti, ma con parcelle maggiori e dialoghi limitati ai soli incontri. Questo lascia i pazienti a gestirsi i disagi.
Non voglio ergermi a ‘maestrino’. Ci sono molti eccellenti professionisti con un atteggiamento davvero lodevole. Anche per questo cerco di comprendere lo stile di vita, abitudini e comportamenti dei miei pazienti, per individuare zone d’ombra che possono causare squilibri energetici. La terapia a base di biofotoni mi è di grande aiuto. I pazienti apprezzano il mio approccio aperto, che concilia metodi tradizionali con ipotesi anticonvenzionali per il loro benessere.
È frustrante vedere colleghi trattare i pazienti come numeri. Abbiamo il potere di migliorare la vita degli altri, avendo studiato a lungo per questo. Perché rovinare tutto con un atteggiamento robotico? Il sistema sanitario già ci rende la vita complessa, non dobbiamo aggiungere ulteriori difficoltà.
I miei pazienti devono sapere che il mio approccio è articolato, fermo restando il segreto professionale, vero totem della mia professione. Affrontare insieme – paziente e medico – sia i piccoli che i grandi problemi di salute porta a benefici estremi.