Toccante commemorazione per il centesimo anniversario del crollo della Diga del Gleno (Bg) che segnò profondamente il territorio della Val di Scalve e della Bassa Valle Camonica. Ai tre momenti organizzati per i cento anni dalla tragedia (avvenuta proprio il 1° dicembre 1923) a Bueggio, al Dezzo e alla Corna di Darfo, ha partecipato su delega del presidente Attilio Fontana, l’assessore alla Casa e Housing sociale, Paolo Franco.
“Sei milioni di metri cubi di acqua – ha ricordato l’assessore – fango e detriti tra la Val di Scalve e la Valle Camonica. Oltre 45 minuti di furia della natura, ma provocata dall’uomo che hanno stroncato 356 vite e lasciato senza futuro chi è rimasto. La Val di Scalve e la Valcamonica danno da 100 anni alla parola ‘disastro’ un significato che conoscono solo loro, che vivono solo loro e che porteranno nel cuore per sempre. Per loro c’è un ‘prima’ e un ‘dopo’, una linea che divide una vita fatta di fatiche, ma anche di certezze, e una vita letteralmente finita nel fango”.
“Noi siamo qui – ha aggiunto l’assessore – e sono onorato di esserci in rappresentanza del presidente Fontana, per mantenere viva la memoria e diffonderla fuori dai confini di queste due province. Siamo qui per dire a tutti gli italiani quello che è successo, per renderli partecipi di un pezzo di storia tragica che non va dimenticata”.
“Oggi tuttavia – ha concluso Franco – accanto al disastro ricordiamo anche la dignità delle persone che sono sopravvissute e che abitano questi territori, la loro forza d’animo, le loro radici profonde. Non so dire quanta ammirazione provo per gente così, non ci sono parole adatte. Questa diga ha mostrato la parte più vile degli uomini: il denaro anteposto alla sicurezza, l’incapacità, la presunzione, lo sprezzo per la vita. Ha mostrato anche la parte più nobile: il coraggio e la forza. Questo va commemorato”.