“Quando si chiudono attività economiche e commerciali si chiedono dei sacrifici e noi siamo molto consapevoli dei sacrifici che stiamo chiedendo. Ma sono indispensabili perché senza di questi la curva non è piegabile.
Farli serve a salvare la vita delle persone e a rendere meno pesante il carico su medici, professionisti sanitari e strutture”. Lo ha detto il ministro della Salute Roberto Speranza, intervenendo durante l’assemblea Anci, in merito alle ordinanze che hanno determinato le aree rosse o arancioni.
“Mettere regole e fare chiusure è la premessa per creare le condizioni per una ripartenza, perché la salute e l’economia non sono due cose contrapposte ma vanno insieme. Un paese può ricominciare a correre se ha la capacità di difendere la salute dei propri cittadini”, ha spiegato Speranza. “Non bisogna mettere in contraddizione la tutela della salute e lo sviluppo economico. Vincere la battaglia sanitaria è la premessa vera per la ripartenza economica del Paese. Solo quando avremo vinto contro il virus il Paese potrà ripartire davvero”. Da questo punto di vista, un patto per il Paese deve prevedere “la salute come prima mattonella per il rilancio dell’Italia“.
Il Ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Francesco Boccia, ha convocato in videoconferenza una riunione nella giornata di giovedì alle 16 dopo la richiesta avanzata martedì dalla Conferenza delle Regioni, le quali chiedevano un incontro urgente con il governo riguardo ai 21 parametri previsti per stabilire le ‘zone’. All’incontro parteciperanno anche il ministro della Salute, Roberto Speranza, e il presidente dell’Iss, Silvio Brusaferro.
Continua il dibattito tra le Regioni e tra governo e Regioni sulle fasce e le strette previste nelle varie aree e torna la questione del Natale. “La mia paura – dice a Sky TG24 il presidente della Regione Piemonte Alberto Cirio – è quella del Natale. Noi vogliamo vivere un Natale normale, ma, se immaginiamo di farlo come qualcuno ha vissuto le settimane dell’estate, a gennaio o febbraio ritorneremo in questa situazione e non possiamo permettercelo“.
“Faremo di tutto – ha detto la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa – perché il Natale sia reso più tradizionale possibile, ma è ovvio che non si potrà minimamente cedere alla tentazione di lasciare, che rivediamo il film che abbiamo già visto durante l’estate”.
“Noi abbiamo già iniziato una fase di leggero ma significativo miglioramento. Il nostro Rt è sceso in maniera sostanziale, tanto che in base ai numeri noi rientreremmo oggi in una zona arancione“. Lo ha detto il presidente di Regione Lombardia, Attilio Fontana, in collegamento con ‘Mattino 5′. “E’ ovvio che, in base al Dpcm, una questione di cautela impone che quando si entra in una certa zona si debbano confermare i dati per due settimane, quindi noi fino al 27 novembre resteremo in zona rossa“.
“L’evoluzione dell’epidemia – ha detto Fontana – parte dal fatto che non è che improvvisamente si annulli tutto. Noi abbiamo avuto una salita costante e anche molto violenta dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive. Adesso siamo in una fase in cui c’è un aumento, ma molto più ridotto”.. “Diciamo che siamo arrivati in cima al plateau, a questa sorta di montagna, adesso siamo in una fase in cui camminiamo in pianura e presto inizierà la discesa”, ha aggiunto Fontana.
“Credo – ha osservato – che sia meglio un po’ di cautela all’inizio che dover poi rincorrere una ripartenza della corsa del virus. E’ meglio avere un po’ di cautela iniziale e cercare di metterci in sicurezza. Anche perché dobbiamo fare il Natale e dobbiamo farlo con una certa libertà“.
“Questi miglioramenti non sono determinati dal lockdown dello Stato, perché gli effetti di una misura si vedono dopo almeno 15 giorni. Adesso stiamo vivendo i risultati che derivano all’ordinanza della Regione Lombardia del 22 ottobre. Tra qualche giorno inizieremo a vedere i risultati del lockdown nazionale”. “L’evoluzione dell’epidemia parte dal fatto che non è che improvvisamente si annulli tutto. Noi abbiamo avuto una salita costante e anche molto violenta dei ricoveri in ospedale e nelle terapie intensive. Adesso siamo in una fase in cui c’è un aumento ma molto più ridotto. Diciamo che siamo arrivati in cima a questa sorta di montagna, adesso siamo in una fase in cui camminiamo in pianura e presto inizierà la discesa”, ha aggiunto Fontana.
“Alcuni indicatori stanno migliorando in Piemonte ma la situazione è ancora molto complessa , tant’è che, come previsto dalla definizione nazionale del metodo di indicatori, il trend deve essere stabilizzato per almeno 15 giorni per poter uscire dalla zona rossa. Speriamo che questo trend possa proseguire. Se tutto si conferma per fine mese si dovrebbe poter rientrare in zona arancione“. A dirlo la sindaca di Torino Chiara Appendino intervenuta a Rai News.
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