Gli studenti si schierano contro il modello di scuola di Bianchi e rilanciano l’appuntamento degli Stati Generali della Scuola Pubblica: oggi migliaia di studenti in piazza in Lombardia a Milano, Brescia e Crema e nel resto d’Italia a Udine e Pescara.
“Negli ultimi mesi sono state numerosissime le proteste e le mobilitazioni studentesche, che però sono passate in silenzio agli occhi della politica – esordisce Ludovico Di Muzio, coordinatore dell’Unione Degli Studenti Lombardia- sono state fatte riforme e stanziati fondi come quelli per il PNRR senza dialogare con nessuno. Vogliamo essere ascoltati: le mobilitazioni continuano verso gli Stati Generali della scuola del 18-19-20 febbraio”.
“Vogliamo risposte e una concreta presa in considerazione su numerose questioni – continuano gli studenti – prima tra tutte quella della repressione. I fatti degli ultimi mesi hanno evidenziato un inasprirsi delle dinamiche di repressione nei confronti della lotta studentesca. Dai blocchi dei cortei a novembre, alle sospensioni a seguito delle occupazioni di dicembre, fino alla violenza delle piazze delle scorse settimane. Vogliamo che venga ritirata la direttiva della Lamorgese rispetto alla libertà dei comitati dell’ordine e la sicurezza, che le azioni di repressione istituzionali, come le sospensioni per le occupazioni, siano combattute e codici identificativi per le forze dell’ordine”.
“Non possiamo più accettare che non si ripensi il rapporto scuola – lavoro: i PCTO (ex Alternanza Scuola – Lavoro) sono il simbolo del ruolo passivo della scuola nei confronti del mercato: devono essere ritirati per riflettere su un altro modo di dare concretezza e praticità alla dimensione teorica dell’istruzione”
“Un’altra questione impellente riguarda l’Esame di Stato – dichiara l’Unione Degli Studenti – è inaccettabile che il ministero non si sia confrontato con la rappresentanza studentesca prima di stilare le linee guida, ignorando le numerose difficoltà e carenze formative che la fase pandemica ha apportato al mondo dell’istruzione. Vogliamo la revoca della seconda prova e l’introduzione di una tesina multidisciplinare, che garantisca personalità e soggettività al processo valutativo”.
“E’ necessario ripensare strutturalmente e complessivamente l’intero mondo della scuola. Vogliamo che la politica ascolti la componente studentesca, in quanto categoria maggiormente colpita dalla pandemia e non solo; vogliamo risposte concrete, una volta per tutte. Per questo dal 18 al 20 febbraio abbiamo organizzato a Roma gli Stati Generali della scuola pubblica, un momento storico per il nostro paese, in cui studenti e studentesse da tutta Italia si riuniranno a Roma assieme a realtà politiche e sociali, per ricostruire un nuovo immaginario di scuola. Non possiamo più aspettare, una riforma dell’istruzione pubblica del nostro paese non è solo possibile, ma necessaria”.