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CONFLITTO RUSSIA-UCRAINA: LA GUERRA È UN CRIMINE INACCETTABILE PER L’UMANITÁ. EFFETTI DEVASTANTI SULLE PMI

Galassi (A.P.I.) «Siamo profondamente addolorati per quanto sta accadendo e auspichiamo una rapida risoluzione del conflitto attraverso il negoziato. Gli effetti economici sulle PMI italiane, già provate, sono devastanti.

È necessario intervenire con efficacia e tempestività».

Siamo ormai giunti al settimo giorno di conflitto e le drammatiche conseguenze dell’invasione russa, non sono tardate ad arrivare. Sono in corso tentativi di negoziato ma il livello di tensione nella comunità internazionale continua a essere senza precedenti. L’UE e gli alleati stanno facendo fronte comune mettendo in campo sanzioni sempre più dure, diverse delle quali, come l’esclusione di alcune banche russe dallo Swift, potrebbero avere impatti devastanti.

Nel frattempo, c’è un’altra lotta che si combatte silenziosa: quella per la sopravvivenza delle PMI italiane e, con loro, dei posti di lavoro e della sussistenza di intere famiglie.

«In questo momento, c’è molta preoccupazione rispetto alle conseguenze economiche che colpiranno l’Italia e le PMI, già messe duramente alla prova – interviene Paolo Galassi, Presidente di A.P.I. – Associazione delle Piccole e Medie Industrie. Gli imprenditori hanno tenuto duro durante due anni di pandemia globale, hanno investito, si sono riorganizzati ma, negli ultimi mesi, hanno dovuto rimboccarsi nuovamente le maniche per far fronte a un aumento esorbitante dei costi dell’energia, al rincaro delle materie prime o, spesso, all’impossibilità di trovarle, a cui si sono aggiunti maggiori costi di trasporto, blocchi e ritardi nelle consegne».

Secondo quanto evidenziato da un sondaggio condotto, nelle scorse settimane, dall’ufficio studi A.P.I. – che associa circa 2.000 PMI manifatturiere e di servizio alla produzione – il 15% delle imprese ha consumi energetici rilevanti. Di queste, il 4% ha sospeso le produzioni e i dipendenti sono in cassa integrazione, mentre il 2% è a rischio chiusura. Inoltre, il 17% è già stata costretta ad alzare i prezzi, circa il 9% ha rinunciato agli ordini e il 3% ha addirittura sospeso le produzioni per evitare perdite sui bilanci, rischiando così di bloccare intere filiere produttive.

 

«La crisi energetica, nei prossimi giorni, potrebbe intensificarsi facendo ulteriormente aumentare i costi in bolletta – sottolinea Galassi –. L’Italia, infatti, produce circa il 50% dell’elettricità con il gas, di cui quasi il 43% proviene dalla Russia. Nei primi mesi dell’anno l’aumento è stato di 7 o 10 volte rispetto all’anno precedente. Un’impennata che A.P.I. è riuscita a gestire per le PMI associate grazie ai gruppi d’acquisto PMI Energy, ma non è comunque sufficiente. Servono azioni strutturali che permettano di migliorare l’indipendenza energetica nel breve e medio termine, fino a quando verranno individuate reali soluzioni alternative agli idrocarburi».

 

Un ulteriore scossone alla sostenibilità delle imprese arriverà dal blocco dell’export con la Russia che, secondo quanto evidenziato dai dati riportati da Confartigianato Imprese è un mercato che, ad oggi, vale 7,7 miliardi di euro.

Da un rapido sondaggio promosso su un campione di 100 PMI associate ad A.P.I., di cui il 62% è metalmeccanico, è emerso che il 30% esporta in Russia, mentre il 15% in Ucraina. In entrambi i casi per oltre il 50% con vendita diretta.

«Con uno scenario come quello delineato – spiega il Presidente Galassi – è facile comprendere come non sia più possibile procedere con misure tampone. A.P.I. si è già attivata per supportare gli associati.

Dal sondaggio è emerso chiaramente quali siano le maggiori preoccupazioni: aumento costi energia, instabilità dei mercati, mancato rispetto dei pagamenti, aumento costo materie prime e trasporti, blocco importazioni o ritardi di approvvigionamento.

Però, come sempre, tra gli imprenditori c’è chi sta già prendendo provvedimenti e ci ha segnalato di aver sospeso la produzione di articoli anche custom per quei mercati o di aver iniziato la ricerca di nuovi fornitori.

Servono decisioni immediate – conclude Galassi –, non solo di politica energetica, o andremo incontro a un moltiplicarsi dei costi che saranno sempre più insostenibili per tutte quelle piccole e medie imprese, che si trovano già in una fase molto delicata».

 

 http://www.apmi.it/

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