Cultura ma anche riflessioni sull’identità di genere indefinita e isolamento nel dialogo genitori figli
Quest’anno l’appuntamento di “45 Minuti per te”, l’evento organizzato dalla Biblioteca Civica di Treviolo, Bergamo, compie sei anni e torna in presenza con nove libri di nove autori diversi.
Tra questi, c’è anche “Mio figlio. L’amore che non ho fatto in tempo a dirgli” di Marco Termenana (pseudonimo) cioè il libro uscito agli inizi di giugno 2021.
Questa edizione è prevista per domenica 6 febbraio dalle h. 15 alle h. 18, presso la Biblioteca in viale Papa Giovanni XXIII, 34-38.
In sostanza, si tratta di un festival annuale che consente a tre autori per volta, di presentare in 45 minuti circa, i propri libri.
Treviolo è poi un Comune di circa dieci mila abitanti situato nell’hinterland di Bergamo e dista circa sei chilometri a ovest dal capoluogo orobico.
Chi è invece Marco Termenana?
Con lo pseudonimo di El Grinta, sullo stesso argomento, ha già pubblicato GIUSEPPE nel 2016.
I romanzi sono ispirati al suicidio realmente accaduto nella notte tra il 24 ed il 25 marzo 2014 a Milano, città in cui vive, di Giuseppe, il figlio all’epoca ventunenne (il primo di tre), quando cioè apre la finestra della sua camera, all’ottavo piano di un palazzo, e si lancia nel vuoto.
Si racconta il mal di vivere di un essere che si è sentito sin dall’adolescenza intrappolato nel proprio corpo e, infatti, è anche la storia di Noemi, alter ego femminile che assume contorni definiti nella vita dei genitori solo nel momento in cui si toglie la vita. Tragedia non solo di mancata transessualità ma anche e soprattutto di sofferto e mortale isolamento, al secolo hikikomori.
Giova precisare che dal 5 luglio u. s., l’ultimo libro, in linea con il precedente, sta mietendo riconoscimenti nei Concorsi Letterari di tutta Italia e il 26 febbraio 2022, con il piazzamento di finalista a “Residenze Gregoriane” di Roma, riceve il dodicesimo nell’arco dei suoi seppur pochi mesi di vita.
Ma perché “Mio figlio” arriva da Milano a “45 Minuti per te”? Ce lo dice Viviana Vitari, la Responsabile della Biblioteca Civica, che ha ritenuto importante ospitarlo:
“Abbiamo bisogno di testimonianze e di storie vere, raccontate da chi le ha vissute direttamente, senza filtri. I lettori si nutrono della vita degli altri, perché sta nella nostra cultura diffusa pensare che “non di solo pane vive l’uomo”. In questo caso, un uomo, un padre riesce a coltivare la memoria del figlio facendo del proprio dolore un simbolo anche per altri soggetti della “filiera” educativa, un esempio su come rispondere alle grandi avversità della vita. Ne proporrò la partecipazione agli alunni del Consiglio Comunale dei ragazzi.”
Questo invece quanto dichiarato dallo stesso autore:
“Ho scritto solo per commemorare Giuseppe ma se la storia gira per l’Italia e aiuta i ragazzi a capire che bisogna sempre aprirsi sui propri problemi sono contento. Credo che non ci si debba mai stancare di ascoltare i propri figli e poi rispondere loro a tono. Non è mai il momento sbagliato per parlare delle loro criticità, qualsiasi esse siano, anche quando e se ci beffeggiano. Mi è stato chiesto se penso che gli studenti delle scuole medie – cioè la fascia che ritengo sia quella che ha più bisogno di essere stimolata nell’auto introspezione – leggano un libro come il mio di 386 pagine. A parte il fatto che penso di sì, ma ciò è irrilevante, perché anche se leggono solo la lettera che ha lasciato Giuseppe riportata fedelmente e integralmente nel testo, o il libro gira tra i banchi con la guida dei docenti, l’obiettivo di responsabilizzazione è raggiunto”.
E allora, sotto ragazzi e in bocca al lupo Giuseppe!
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Ingresso con Green Pass rafforzato e iscrizione all’evento su: https://bit.ly/festivalautori2022
L’autore è contattabile attraverso la sua nuova pagina Facebook “Marco Termenana”.