Fulcro della campagna è la “Foresta delle Aspirazioni“. Un video online e una call-to-action di una testimonial d’eccezione, l’alpinista e scalatrice Tamara Lunger, invitano i pazienti con anemia da malattia renale cronica e le persone che potrebbero essere a rischio di svilupparla, ma anche la popolazione generale, ad inviare sul sito della campagna www.anemiadamalattiarenale.it le proprie aspirazioni: per ogni messaggio sarà piantato un albero nel Parco della Vettabbia di Milano. Per riuscire a realizzare le proprie aspirazioni, infatti, ci vuole energia e la foresta libera ossigeno per gli uomini e l’ambiente. Metaforicamente, l’ossigeno offre una nuova qualità di vita a chi soffre di anemia da malattia renale cronica. L’ossigeno e le aspirazioni sono il fil rouge della campagna che vuole stimolare i pazienti a non arrendersi, a non rassegnarsi ma a reagire e trovare la giusta energia per raggiungere i propri obiettivi.
Da oggi fino a giovedì 30 marzo, inoltre, tutti i cittadini milanesi potranno vivere un’esperienza immersiva che trasformerà una delle piazze più moderne della città in una Foresta delle Aspirazioni virtuale: sarà possibile grazie ai visori VR della ‘dome’ installata in Piazza Gae Aulenti.
“L’anemia da malattia renale cronica è una condizione patologica in cui i reni non producono sufficiente eritropoietina, l’ormone che stimola la produzione di globuli rossi. Di conseguenza si riduce la capacità del sangue di trasportare ossigeno ai tessuti dell’organismo- spiega Giuseppe Castellano, Direttore SC di Nefrologia, Dialisi e Trapianti di Rene, Fondazione IRCCS Cà Granda Ospedale Maggiore Policlinico di Milano-. L’anemia può comportare mancanza di respiro, astenia, debolezza, vertigini, pallore, problemi a livello cardiaco. La mancanza di energia influenza la capacità di lavorare, di studiare, di partecipare alle attività quotidiane. Questo può generare sentimenti di frustrazione, depressione e isolamento sociale”.
Secondo Castellano “l’anemia da malattia renale cronica è spesso sottodiagnosticata e sottotrattata perché i sintomi possono essere sfumati. Una stanchezza e debolezza croniche anche durante attività leggere, la mancanza di respiro, il pallore della pelle e delle mucose sono campanelli d’allarme ed è importante non trascurarli ma rivolgersi al proprio medico, il quale nel pannello degli esami dovrà fare una valutazione di tutti i fattori critici, ovvero funzionalità renale, livelli di ferro ed emocromo per diagnosticare una eventuale anemia”.
“L’anemia è una delle più importanti complicanze della malattia renale cronica– spiega Maura Ravera, Segretario FIR, Fondazione Italiana del Rene-. La sua prevalenza aumenta man mano che il danno renale progredisce e supera il 70% nello stadio più avanzato di malattia, con importanti ricadute cliniche. Infatti, i pazienti che soffrono di anemia da malattia renale cronica hanno una qualità di vita insoddisfacente, caratterizzata da scarsa resistenza all’esercizio fisico, facile affaticabilità, difficoltà di concentrazione, disturbi del sonno, affanno, tachicardia, spesso bassa pressione arteriosa. Il cuore è l’organo che risente in misura maggiore dell’anemia: infatti, per mantenere un’adeguata ossigenazione dei tessuti va incontro a un sovraccarico che nel tempo porta allo sviluppo di cardiomiopatia con conseguente aumento del rischio di eventi cardiovascolari e di mortalità. L’anemia, inoltre, a seconda del grado di severità, impatta anche sulla sfera lavorativa e relazionale”.
“Convivere con l’anemia da malattia renale cronica non è facile, perché la malattia ha conseguenze sulla vita relazionale, lavorativa e sullo stato di salute generale– commenta Teresa Siclari, Segretaria Regionale di Aned Lombardia- fondamentale è la comunicazione medico-paziente, è necessario che la persona riferisca al medico tutti i suoi disturbi affinché lo specialista possa effettuare gli esami specifici per diagnosticare l’anemia e intervenire tempestivamente con un trattamento. La campagna “Anemia da malattia renale cronica – Diamo ossigeno alle aspirazioni” ha un valore altissimo sia come strumento di prevenzione, in cui il medico di base ha un ruolo cruciale nell’individuare le persone a rischio e indirizzarle allo specialista, sia come strumento per aumentare la consapevolezza su questa condizione”.
“Vogliamo confermare il nostro impegno nel mettere sempre al centro di ogni nostro pensiero e decisione il paziente nefropatico, dedicando risorse allo sviluppo di trattamenti di valore che possano migliorare la qualità della sua vita ed in particolare di chi soffre di anemia da malattia renale cronica- sottolinea Antonella Di Lorenzo, Communications & Patient Advocacy Associate Director di Astellas Pharma-. L’anemia rappresenta spesso il primo segnale della presenza di Malattia renale cronica. Sentiamo fortemente la responsabilità sociale di sviluppare programmi di sensibilizzazione della popolazione che possano contribuire ad aumentare le conoscenze su questa
condizione e indurla a rivolgersi tempestivamente al medico. Ma vogliamo anche incoraggiare chi già ne soffre a non arrendersi al senso di stanchezza e affaticamento, ma ad alzarsi dal metaforico divano per cercare di realizzare le proprie aspirazioni. Il nostro progetto racchiude in sé anche un valore di responsabilità ambientale, con il parallelismo tra l’ossigeno prodotto dagli alberi e quello trasportato dai globuli rossi e quindi tra natura e salute”.