a cura di Arianna Baldoni. Inaugurazione giovedì 30 novembre, ore 18.00
La Fondazione Mudima di Milano presenta la personale di Fernando Garbellotto “Frattale. La rete come idea del mondo”, un’indagine a cura di Arianna Baldoni, sulle ricerche dell’artista veneto, a partire dalle opere degli anni ’90 sino ad oggi, per definire la sua poetica sul tema del frattale.
Fernando Garbellotto, dalla seconda metà degli anni ’80, affascinato dalle teorie di Benoit Mandelbrot sul caos e sui frattali e sul superamento della geometria Euclidea nella rappresentazione della natura, traccia un nuovo campo di indagine e si avvia verso nuove rappresentazioni iconografiche. Inizia così la serie dei Frattali, dando un significato concreto al rapporto fra arte e scienza che ritiene indissolubile poiché afferma che “l’una si nutre dell’altra: l’arte e la filosofia fondano le loro radici sia su quanto la scienza ha scoperto, sia – e forse soprattutto – su quanto la scienza non ha ancora scoperto, mentre la scienza affida per lo più alla filosofia e all’arte il compito di tracciare il campo di indagine su cui lavorare”.
La mostra che apre il 30 novembre alla Fondazione Mudima presenta un nucleo di opere, dalle serie dei Frattali d’aria ai Frattali di terra e quindi alle Reti frattali, che descrivono la ricerca di Garbellotto sul tema del frattale, il fulcro del suo cammino artistico. Questi tre cicli di opere che si susseguono in ordine temporale tracciano il percorso d’indagine delle forme geometriche della natura che appaiono meno evidenti ma non per questo meno affascinanti
Il ciclo dei Frattali d’aria (1995-1999) nasce con l’intento di descrivere, in una dimensione di scala frattale molto piccola, il mondo aereo che ci circonda: le nuvole, le turbolenze del vento, le correnti d’aria. Nel mondo dei frattali infatti è basilare poter vedere le cose come appaiono se viste su scale diverse. Queste opere vogliono rendere proprio quest’idea, accostando e sovrapponendo tra loro delle piccole forme curvilinee fatte con velature di colori acrilici all’acqua. Avvicinandosi al dipinto possiamo distinguere una ad una queste piccole forme curvilinee ma se ci allontaniamo di qualche metro ecco che le piccole forme perdono la loro individualità, la loro forma per dare luogo ad una immagine d’insieme completamente diversa. Lo stesso presupposto vale per i Frattali di terra (1998-2003), più materici e stratificati, dove l’indagine si sposta dal mondo aereo a quello solido, terrestre. Realizzate con un composto acrilico e vinilico fatto cadere, con una frustata di pennello, sulla sabbia asciutta precedentemente distesa a velo sulla tela, le opere di questo ciclo si fanno tridimensionali e propongono di osservare un granello di sabbia, le cui molecole risultano come filamenti accostati, intrecciati e sovrapposti gli uni agli altri fino a lasciar vedere la possibile complessità della struttura fisica e geometrica di un apparentemente semplice granello di sabbia.
Punto di sintesi della ricerca degli ultimi 20 anni sono le Reti frattali, complessi lavori concepiti come veri e propri sistemi che traggono la loro forza non dai singoli elementi ma dall’interazione tra essi. Realizzate con tele di cotone resinate, dipinte, tagliate in strisce e annodate in forma di reticolo geometrico montate su telaio oppure libere, prive di struttura, sono diventate la cifra dell’artista e costituiscono la peculiarità della sua produzione. Questo infatti è il tema sul quale Garbellotto, ormai da decenni, concentra la sua ricerca, la RETE che può ormai essere considerata il simbolo che meglio rappresenta e sintetizza questi nostri ultimi anni. La percezione del mondo vivente come rete di relazioni rende il ragionare in questa prospettiva la caratteristica fondamentale del pensiero sistemico. L’avvento del “pensiero a rete” infatti sta condizionando il modo di intendere e di descrivere la lunga storia della conoscenza scientifica che oggi, con l’avvento della relatività e della fisica quantistica – responsabili del crollo delle colonne portanti di Galileo e di Newton – viene vista come una rete flessibile di relazioni di conoscenza che si produce autonomamente e non più come il tetragono edificio del sapere. Il pensiero a rete, inoltre, sta conquistando una posizione sempre più centrale per la comprensione dell’ecologia profonda, intesa come studio delle indissolubili relazioni che legano tra loro tutti gli abitanti del pianeta, siano essi appartenenti al regno vegetale che a quello animale. “Il mondo – conclude l’artista – non è altro che la rete di queste interazioni”.
In mostra saranno riuniti un corpus di Reti frattali monocrome, assieme a un’installazione ambientale realizzata per l’occasione. Inoltre sarà proiettato il video Fractal Net Dancing della performance che si è tenuta alla MetFilm School di Londra nel 2014.
BIOGRAFIA
Fernando Garbellotto nasce a Portogruaro (VE) nel 1955.
La sua ricerca artistica, iniziata dopo gli studi umanistici e la laurea in Giurisprudenza, si sviluppa nell’ambito veneziano e prende una svolta alla fine degli anni ’80 quando, affascinato dalle teorie di Mandelbrot sulle geometrie frattali, traccia un nuovo campo di ricerca che prosegue tuttora. Nella prima metà degli anni ‘90 espone in varie gallerie pubbliche e spazi privati nazionali.
Nel 1997 fonda a Milano con altri artisti il movimento “Caos Italiano” col quale espone in molti spazi pubblici italiani ed esteri tra i quali il Museo Statale di Novosibirsk che acquisisce due suoi lavori. Nel 2005 Paolo Cardazzo realizza una sua monografia edita dal Cavallino di Venezia. Nel 2006 giunge all’elaborazione di ciò che egli stesso definisce il punto di sintesi della sua ricerca: le “Reti Frattali”. Intensa l’attività espositiva: all’ Accademia di Belle Arti di Ripetta a Roma, al Museo Civico di Albona in Croazia, allo Spazio Thetis di Venezia, alla Fondazione Calderara di Vacciago.
Nel periodo che intercorre tra le due importanti antologiche di Palazzo Tornielli ad Ameno nel 2009 e di Palazzo Crepadona a Belluno nel 2012, sono da segnalare, nel 2011, la video performance alla Peggy Guggenheim di Venezia, la partecipazione, nel Padiglione Italia, alla Biennale di Venezia, la presenza alla mostra “Tra – Edge of Becoming”, curata da Axel Vervoordt ed infine la partecipazione alla Mostra del Cinema di Venezia con il video “Fractal Net Singing”, la cui colonna sonora viene realizzata da Renato Miani e dalla pop star Elisa.
Nel 2014 realizza a Londra, in collaborazione con la prestigiosa MET School, il video: “Fractal Net Dancing”.
Tra il 2017 ed il 2019 espone a Palazzo Sarcinelli di Conegliano, alla Galleria TAG di Lugano e, presentato da Giovanni Bianchi, ai Musei Civici di Treviso nella mostra “Lo Spazio come Condizione – Mario Deluigi, Fernando Garbellotto” che lo vede affiancato al grande maestro, suo riferimento teorico e fonte di ispirazione.
Nel 2020 infine espone le sue reti frattali alla Fondazione Cesare Pavese di S. Stefano Belbo.
Nel 2021 due importanti personali, la prima al Museo Federico II di Jesi curata da Fabrizio Renzi, la seconda al MACA di Acri, curata da Anselmo Villata.
Nella primavera del 2022 presenta una mostra personale a Milano, Palazzo del Senato e quindi al Museo di Liptovsky Mikulas in Slovacchia. Nell’autunno dello stesso anno un’altra personale alla Fondazione Bevilacqua La Masa a Venezia.
Nell’aprile 2023 la Fondazione Giovani Leoni ETS lo invita ad esporre nella Barchessa di Villa XXV aprile a Mirano e in settembre è alla Fabbrica del Vapore di Milano con la personale FLUO