Per 4 imprese su 10 la strategia per il rilancio del Made in Italy del food passa soprattutto attraverso un forte investimento sulla qualità del prodotto e sulla capacità di fare massa critica.
Il dato è emerso dall’indagine realizzata su oltre 100 aziende di Unione Italiana Food presentata nel corso dell’assemblea annuale dell’associazione che si è tenuta a Milano dal titolo ‘L’industria alimentare italiana alla prova del futuro.L’innovazione come strategia per garantire cibo accessibile e sostenibile sulle tavole di domani’.
Se in testa alla lista delle preoccupazioni di 8 imprese su 10 figurano l’impennata nel costo delle materie prime e il crescente lievitare dei costi della componente energetica e del suo approvvigionamento, andando ad approfondire i dati emersi dall’indagine, a destare preoccupazione per circa 7 aziende su 10 c’è anche la difficoltà di contenere i costi in modo che non incidano significativamente sul consumatore. Ma dalla ricerca emerge anche che 6 aziende su 10, seppur ragionevolmente in apprensione per i prossimi 2 anni, nutrono anche buone speranze di tornare a una situazione più favorevole per i nostri prodotti. Un percorso, però, che stenterà a realizzarsi senza gli investimenti in innovazione considerati strategici: per una impresa su due è fondamentale, se non addirittura necessario, puntare sull’innovazione. Secondo 7 aziende su 10 le difficoltà attuali non fermeranno gli investimenti in corso, oramai da anni, in sostenibilità e per l’84,5% delle aziende, la crisi darà una spinta al nostro sistema, diventando una vera e propria opportunità.
Sebbene molti analisti in questi mesi paventino la fine della globalizzazione, per ben 2 aziende su 3 l’export resterà al centro delle loro strategie. C’è anche chi ritiene possibile che nel medio periodo la quota relativa al mercato nazionale possa comunque crescere di qualche punto percentuale. Infine, uno sguardo ai conti aziendali: per il 40% delle aziende, nei prossimi 12 mesi, la previsione è di un aumento delle vendite.
fonte Ansa.it