In piazza Marino letti i verbali di accertamento di decesso dei lavoratori. Ma i dati ufficiali sono solo “la punta dell’iceberg”.
“Il lavoratore è stato colpito al capo da una carrucola che si è staccata dal cavo su cui era montata”. “Il lavoratore è morto a seguito di un trauma facciale mentre stava operando sul tornio”. “Durante la fase di scassatura, la testa del lavoratore veniva schiacciata dal parapetto su cui lavorava”. I verbali di accertamento di decesso dei lavoratori morti nel 2022 vengono scanditi in Piazza Marino, dove i sindacati Cgil, Cisl e Uil hanno organizzato una fiaccolata per tenere viva l’attenzione sul fenomeno delle ‘morti bianche’ a poche settimane di distanza dalla pubblicazione del report Inail che certifica come, nel 2022, nella sola provincia di Milano si siano registrati oltre 32 mila infortuni, di cui 31 mortali.
Una situazione “allarmante”, “in enorme crescita” e “inaccettabile”, commenta parlando con la ‘Dire’ Vincenzo Greco, sindacalista della Cgil e membro della segreteria della Camera del lavoro metropolitana di Milano. Secondo Greco “vediamo che la ripresa delle attività produttive ha portato ad un abbassamento della guardia. Lavorare tanto, lavorare di corsa e in maniera precaria fa abbassare l’attenzione. Da qui gli infortuni e purtroppo anche i morti”.
Ma i dati dell’Inali rappresentano solo la punta dell’iceberg. “Le statistiche Inail- spiega infatti Greco- riguardano solo gli assicurati e gli infortuni che vengono denunciati. Tutto ciò che sta nell’area dell’illegalità dei rapporti di lavoro e del lavoro nero non viene intercettato. Quindi noi guardiamo un dato drammaticamente importante, ma sappiamo che c’è anche altro”.
Per combattere questo fenomeno, però, nessuno sembra volersi muovere. “Cgil, Cisl e Uil- sottolinea Greco- durante la campagna elettorale hanno promosso un appello con un elenco di punti. Ma la politica non è stata attenta a questa richiesta“. Le misure necessarie, secondo il sindacalista, sono quelle per “rafforzare il sistema delle attività ispettive, con le assunzioni di più ispettori per migliorare qualità e quantità delle ispezioni nei luoghi di lavoro”. Serve però anche “un rapporto diverso con le parti sociali dal punto di vista della cultura della prevenzione, che ha bisogno di maggiori risorse per la formazione e di un investimento sulle nuove generazioni, quindi gli studenti, che saranno i lavoratori di domani”.
fonte www.dire.it